Sul fronte Forex, l’attenzione degli investitori che operano sul mercato dei cambi è principalmente legata all’imminente incontro, previsto per oggi pomeriggio, tra il presidente Trump e il leader cinese Xi Jinping. L’incertezza circa l’esito del vertice si sta traducendo in scambi in una maggiore avversione al rischio che vede favorito lo yen giapponese, una delle valute che, in climi di aleatorietà e di prudenza, riesce a beneficiarne maggiormente.
Il timore degli analisti è infatti che il presidente USA, dopo aver attaccato la Cina su diversi fronti in campagna elettorale e dopo aver declinato un programma fortemente protezionista soprattutto nei confronti del colosso asiatico, si trovi ora nella condizione di dover ottenere qualche passo in avanti concreto dall’incontro. La posizione cinese è invece tendenzialmente più privilegiata, poiché Pechino può permettersi il lusso di essere più attendista e, di conseguenza, attendere i primi passi da parte di Trump.
Peraltro, negli USA l’attenzione è ancora incentrata sui verbali della riunione FOMC del 14/15 marzo, pubblicati nella serata di ieri (e ai quali tra breve dedicheremo un focus specifico) e ai dati macro. A completare il quadro per i dati statunitensi degli ultimi giorni, dopo che l’ISM non manifatturiero ieri ha registrato una correzione più ampia del previsto da 57,6 punti a 55,0 punti in marzo, oggi sarà il turno delle statistiche sul mercato del lavoro con i sussidi di disoccupazione che nell’ultima settimana di marzo dovrebbero aver registrato 250 mila nuove richieste, poco al di sotto delle 258 mila richieste della rilevazione precedente.
In tutto ciò, il dollaro potrebbe muoversi in senso ribassista, sotto pressione per l’esito dell’evento del quale abbiamo detto in introduzione, ma riteniamo comunque che il passo indietro potrebbe essere marginale, e potenzialmente compensato da buone notizie provenienti dal mercato del lavoro.
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