Sul mercato dei cambi sta prevalendo un sentimento di grande cautela, indotta soprattutto dallo scoppio della crisi della Siria e dalle rinnovate tensioni tra USA e Corea del Nord: il panorama internazionale si sta complicando e inasprendo e, anche se non è affatto detto che lo scenario debba necessariamente peggiorare, per il momento gli analisti si conservano in prudenza.
Si può inoltre notare come la discesa del cambio EUR/USD, relativa alle ultime sedute, sia stata determinata soprattutto dal recupero del dollaro statunitense e dal calo dell’inflazione dell’area euro, che rende meno pressante l’attesa variazione di strategia (a restrittiva) della Banca Centrale Europea. Gli operatori sui cambi attendono con apprensione il primo turno delle elezioni presidenziali in Francia, in programma per il prossimo 23 aprile.
Contemporaneamente, diverse analisi stanno segnalando come il cambio tra euro e dollaro rischierebbe una correzione del 5 per cento nel caso in cui la presidenza francese si diriga verso lo schieramento della Le Pen (scenario comunque non molto probabile, anche a causa della struttura tecnica del meccanismo elettorale transalpino), mentre guadagnerebbe l’1 per cento in caso di successo di Macron.
Spostandoci dall’altra parte del mondo, e approdando a Tokyo, si noti come sul fronte giapponese, il governatore della Bank of Japan Kuroda abbia ribadito l’impegno del proprio istituto banchiere monetario a conservare l’attuale livello di stimolo monetario fino a quando l’inflazione non sarà stabilmente sopra il target del 2 per cento. infine, si noti come la sterlina sia riuscita a recuperare parziale terreno sull’ipotesi di un possibile cambio della politica monetaria neutrale da parte della Banca d’Inghilterra, con una situazione che è comunque ancora distante nel tempo e non in grado, per ora, di dare costante sostegno alla moneta inglese.
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