Giornate positive per le commodity, che muovono con discreta forza verso l’altro, e con la maggior parte dei comparti che registra prestazioni in ascesa, con la sola eccezione dei metalli industriali, evidentemente affaticati in questo contesto.
Per quanto concerne, più nel dettaglio, il petrolio, il greggio ha esteso il rialzo dopo le indiscrezioni secondo cui l’Arabia Saudita intenderebbe spingere i componenti dell’OPEC e gli altri Paesi produttori esterni al Cartello a estendere i tagli anche nella seconda metà del 2017: si tratta di una mossa che il mercato ha dimostrato di gradire, e che per molti osservatori inizia ad essere lo scenario centrale, dopo qualche timore determinato da presunte “insoddisfazioni” proprio dell’Arabia Saudita sul modo con cui sarebbero stati condotti i tagli negli scorsi mesi.
Peraltro, a sostenere il petrolio è anche stato il dato sulle scorte API giunge dagli USA, che segnalano una flessione di 1,3 milioni di barili contro attese degli analisti pari a una crescita di circa 100 mila barili.
Concludiamo con un breve riferimento sul fronte cambi, dove è apprezzabile il consolidamento della crescita dello yen. Quale safe have, la valuta giapponese può infatti “godere” di un clima di crescente tensione su fronte geopolitico, riuscendo così a intercettare l’avversione al rischio degli investitori. Per quanto concerne l’euro, è evidente come stiano continuando a pesare i timori per l’esito delle elezioni francesi, che potrebbero incrementare – in caso di esito di vittoria della Le Pen – le criticità nell’Eurozona.
Riteniamo che questo contesto, arricchito anche da quel che accade oltre Manica con la Brexit, potrà contraddistinguere l’evoluzione dei mercati ancora per diverso tempo. Tuttavia, per quanto concerne l’euro, ci attendiamo che una volta risolti (si spera) positivamente gli appuntamenti elettorali, la moneta unica sia pronta per una nuova fase di slancio.
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