Che Trump non avesse le idee ben chiare sulla riforma tributaria era ben chiaro dall’inizio. E, così, non ha colto di sorpresa gli analisti la dichiarazione del segretario del Tesoro, Mnuchin, che durante una recente intervista rilasciata al quotidiano Financial Times ha ammesso che la riforma tributaria non si vedrà prima della fine dell’estate.
Per Mnuchin si tratta di un vistoso passo indietro, per quanto non sorprendente: il segretario si diceva infatti convinto, non troppo tempo fa, che la riforma sarebbe stata pronta per luglio o per agosto, mentre attualmente non è dato sapere nemmeno in che stagione (Estate? Autunno? Inverno?) prenderà piede.
Probabilmente, ricorda il segretario, la colpa è realmente del flop della riforma sanitaria: Trump e i suoi avrebbero voluto sostituire l‘Obamacare con una prova di forza, ma il tentativo non è evidentemente andato a buon fine, e il leader della Camera Ryan è stato costretto a ritirare il provvedimento prima che andasse al voto. Così facendo, Trump ha mostrato segnali di debolezza inattesi e, soprattutto, ha privato il budget destinato alla riforma tributaria di fondi che adesso dovrebbe andare a recuperare altrove.
A latitare, oltre che in riferimento a una data utile per poter finalmente mettere la mano sulla revisione tributaria, sono anche i dettagli. Mnuchin si è limitato a ricordare che ci sono altri modi per poter raccogliere il trilione di dollari necessario oltre al provvedimento della BTA (la correzione temporale fiscale), ma si è guardato bene dall’anticipare che cosa conterrà una riforma che il mercato teme che possa essere molto meno interessante e impattante di quanto si potesse anticipare dopo i grandi proclami di Trump.
Insomma, all’orizzonte c’è odore di delusione, e Trump e i suoi stanno facendo di tutto per confermarlo. Vedremo se, nelle prossime settimane, saranno disponibili maggiori dettagli in grado di ribadire o meno tali auspici.
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