Il Fondo monetario internazionale ha migliorato le stime globali di crescita, conducendole al 3,5% per il 2017 (dal 3,1% dello scorso anno e 0,1% in più delle stime) e al 3,6% per il 2018 (come nel report precedente).
Stando al dettaglio delle stime del Fmi, l’Italia dovrebbe crescere dello 0,8% quest’anno e il prossimo, con un miglioramento di 0,1 punti per l’anno in corso, pur inferiore al target dell’1,1% e dell’1% che il governo italiano ha messo formalmente in obiettivo nel Def per il biennio. Sempre in riferimento all’Italia, il Fmi ricorda che il debito pubblico dovrebbe rimanere sopra il 130%, ma in miglioramento, con passaggio al 132,8% del Pil nel 2018 e al 131,6% nel 2018, in calo rispetto alle stime di ottobre, quando aveva ipotizzato un debito al 133,4% per il 2017 e al 132% per il 2018.
Per quanto riguarda le altre stime sulle principali economie, quelle avanzate dovrebbero complessivamente crescere del 2% nel 2017 e del 2% nel 2018, in accelerazione rispetto all’1,7% del 2016. Bene anche l’economia USA, che dovrebbe accelerare dall’1,6% del 2016 al 2,3% del 2017 e al 2,5% del 2018. L’eurozona è invece vista crescere stabilmente all’1,7% nel 2017, e decelerare all’1,6% nel 2018.
Ad ogni modo, le stime sono suscettibili di revisioni in potenziale ribasso, come peraltro ben chiarito dagli economisti di Christine Lagarde, evidentemente preoccupati da alcuni timori più o meno citati: su tutti, il punto più dolente dovrebbe essere rappresentato dalla nuova impostazione economica della Casa Bianca, con – si legge nel rapporto – “una virata verso il protezionismo che può condurre a una guerra commerciale”.
Insomma, per il Fmi un mondo economicamente più chiuso non è affatto un buon elemento di spinta per la crescita internazionale, e potrebbe essere in grado di ridurre in maniera netta lo sviluppo del Pil globale in rallentamento.
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