Il dollaro ha aperto l’attuale settimana con una prestazione di risalita nei confronti delle proprie principali valute controparte, dopo l’ampio calo vissuto nel corso dei giorni precedenti. Si tratta di un movimento comunque non inatteso, considerato che vi erano chiari segnali che una buona parte del cedimento riscontrato nelle giornate di giovedì e di venerdì non era affatto imputabile a ragioni di concreta debolezza propria della valuta verde, bensì a fattori di forza dell’euro, soprattutto legati al momento della vigilia delle elezioni presidenziali francesi, poi conclusesi come da pronostici.
Questa settimana l’attenzione dovrebbe tornare sugli sviluppi puramente macroeconomici, che negli Stati Uniti saranno di probabile sostegno al biglietto verde (salvo sorprese negative che, tuttavia, ci sentiamo di riporre in un angolo). Ieri, peraltro, conferme positive sono giunte dall’indice sulle condizioni del mercato del lavoro, che è risalito verso i massimi del 2015, mentre dalla Federal Reserve alcuni membri hanno dichiarato che le condizioni dell’economia consentono di procedere con la graduale rimozione dello stimolo monetario, aggiungendo che l’istituto banchiere federale non intende ritrovarsi dietro la curva e che quindi deve agire prima che gli obiettivi siano pienamente centrati.
Peraltro, in seno alla Fed sta anche emergendo l’impressione di un crescente favore nei confronti dell’avvio della normalizzazione del bilancio a partire da quest’anno, rompendo dunque gli indugi in modo più considerevole. Anche a margine di tali affermazioni i rendimenti sono risaliti sia sul tratto breve sia su quello lungo della curva USA.
Ad ogni modo, per poter ottenere conferme di quel che avverrà non possiamo che osservare con attenzione quali saranno gli altri discorsi Fed in programma per la giornata odierna, che riteniamo possano offrire un buon supporto alla prospettiva di un prossimo rialzo dei tassi alla riunione del 14 giugno. Per poter toccare con mano le pubblicazioni dei dati più importanti (vendite al dettaglio, inflazione e fiducia delle famiglie, previsti positivi) bisognerà invece aspettare venerdì, nella generale impressione che – tranne sorprese molto negative – il dollaro potrebbe riuscire per lo meno a consolidare le attuali posizioni.
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