Prezzo petrolio: crollo Brent è allert su economia mondiale. Male anche quotazione rame e oro

L’andamento del prezzo del petrolio è diventato un problema. Di questo sembrano esserne convinti sempre più investitori e traders ai quali non è sfuggita la dinamica che la quotazione del petrolio è assunto nelle untime settimane. La ricerca continua di notizie e indicazioni su prezzo petrolio previsioni e quotazione petrolio previsioni è il segnale del crecente nervosismo che si respira sui mercati. Probabilmente nessuno, tra i traders e chi sceglie di investire in materie prima, poteva mai pensare ad una dinamica simile.

Andando a guarda al grafico relativo alla quotazione del petrolio, si nota come la scorsa settimana il contratto Wti petrolio è sceso sotto i 44 dollari al barile. Molto male è andata anche la quotazione del Brent con l’asset che è arrivato fino a 50 dollari al barile. La fase negativa, però, non riguarda sono il petrolio ma un pò tutte le materie prime. La quotazione del rame, infatti, alla luce di un movimento ribassista che ha dato l’impressione di non incontrare resistenze è arrivata fino a quota 5500$ per tonnellata. A completare il momento negativo di tutte le materie prime è poi la quotazione dell’oro. Anche il prezzo del bene rifugio per eccellenza, infatti, è precipitato fino a 1125$ l’oncia. 

La domanda quindi è praticamente spontanea: cosa sta spingendo a picco il prezzo delle materie prime? La risposta che gli analisti si sono sentiti di dare non è univoca. Mentre, infatti, nel caso del prezzo dell’oro il ribasso della quotazione è da imputare alle mosse delle banche centrali che stanno letteralmente manipolando le quotazioni nell’ambito di una strategia tesa ed evitare la cosa agli sportelli, per quello che riguarda il petrolio, il contesto di fondo è differente.

Se la quotazione del petrolio è in forte calo è perchè o stato di salute dell’economia mondiale non è più sicuro come poteva esserlo alcune settimane. I motivi di preoccupazione tra i trader sono tanti e complementari tra loro. Senza dubbio, come hanno messo in evidenza alcuni analisti, il venir meno della certezza sulle politiche fiscale ed economiche di Trump sta alimentato un certo nervosismo. L’impressione è che il mercato non si fidi più delle semplici parole del presidente americano che, in più di una occasione, ha promesso un cambio di rotta storico e pretenda ora i fatti. Il problema è che tali fatti (ossia questi tanto annunciati provvedimenti economici) tardano ad arrivare.

Accanto al fattore Trump, poi, ci sono altri motivi alla base del calo della quotazione del petrolio. Un’offerta che resta in eccesso nonostante i tanti accordi e compromessi tra i paesi dell’Opec e una domanda che, al contrario non decolla, sono i segnali più evidenti che il calo del prezzo del petrolio è da imputare ai timori per lo stato di salute complessivo dell’economia mondiale. 

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