Alla vigilia del meeting OPEC del 25 maggio, che potrebbe prolungare in misura rilevante gli accordi per il taglio alla produzione del greggio, una buona notizia contribuisce a rendere più sereno il cielo sopra il Cartello e, soprattutto, rinvigorire le attese per un comunicato di grande rilievo per la giornata di domani.
Il merito di tale “svolta” è determinato dalle dichiarazioni del ministro saudita per l’energia, Khalid Al-Falih, il quale ha annunciato che l’Iraq si è convinto nel supportare l’estensione a 9 mesi dell’accordo di riduzione dei livelli produttivi di petrolio.
Ricordiamo che in precedenza l’Iraq si era detto concorde per una simile mossa, ma limitando il prolungamento del taglio a soli 6 mesi: dunque, un nuovo passo in avanti verso l’obiettivo dell’estensione più significativa delle riduzioni di volume produttivo, con l’Iraq che si è deciso a spingere fino a marzo 2018 il ritmo “rallentato” di produzione.
A questo punto, fermo restando che il consenso all’interno del Cartello è ulteriormente cresciuto, e fermo restando che sembra sempre più probabile un allargamento dell’intesa anche al di fuori dell’area OPEC, rimane da chiarire quale sarà l’ammontare dei tagli. Attualmente gli analisti puntano a un taglio cumulato complessivo di 1,8 milioni di barili giornalieri, e proprio su questa asticella sembrano concentrarsi le principali view degli osservatori.
In altri termini, qualora il comunicato finale del meeting di domani dovesse concretizzare in realtà un livello di taglio inferiore a 1,8 milioni di barili giornalieri, probabilmente la delusione riscontrabile sui mercati finanziari potrebbe portare qualche pregiudizio nei confronti delle quotazioni del petrolio. Di contro, un taglio ancora più deciso potrebbe contribuire a risollevare ulteriormente le quotazioni del barile, rispetto al range di 50-53 dollari.
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