Prezzo petrolio fino a 65-70$ ma solo nella seconda metà 2017, previsioni e market mover

Perchè il prezzo del petrolio non sta aumentando? E’ questa la domanda che tanti traders si stanno ponendo in questi giorni. La decisione dell’Opec di allungare l’intesa per il contenimento della produzione di greggio, infatti, sembra essere tenuta in scarsa considerazione dal mercato e così il prezzo del petrolio non fa registrare aumenti davvero significativi. 

Andando a guardare al grafico relativo all’andamento della quotazione del petrolio, si è ha come l’impressione che tutta sia ovattata. “Prudenza” è la parola che più di tutte le altre sembra meglio inquadrare quello che sta avvenendo sui mercati in questo momento. 

Eppure il possibile rialzo del prezzo del petrolio potrebbe davvero essere imminente. Di questo ne sono convinti gli analisti di Rbc che, in un report sulle previsioni della quotazione del petrolio, hanno fissato il target del prezzo del greggio in un range compreso tra 65 dollari e 70 dollari. Secondo Rbc, la quotazione del petrolio potrebbe progressivamente salire a questo livello nel corso della seconda metà del 2017. Calendario alla mano, è ipotizzabile che il movimento rialzista del prezzo del greggio possa avere inizio nelle prossime settimane. 

Fermo restando che quelle di Rbc sono le classiche previsioni quotazione petrolio, è importante anche mettere a fuoco quello che sono le condizioni affinchè tali stime diventino probabili. Su questo punto gli analisti non fanno sconti. Una spinta rialzista del prezzo del petrolio può avvenire solo in considerazione di quelli che saranno i dati Usa sulle scorte di greggio. Il market mover relativo alle scorse settimanali di petrolio Usa, quindi, è destinato a fare davvero la differenza. Questo dato, infatti, sarà rivelatore di quella che sarà la posizione degli Stati Uniti dinanzi all’accordo raggiunto in sede Opec.

Attenzione perchè le prime indicazioni potrebbero già arrivare durante questa settimana. Il dato sulle scorte settimanali di petrolio in Usa sarà diffuso il prossimo giovedì (e non mercoledì come invece avviene di consueto) e da tale dato macro potrebbe avere inizio una fase nuova per il prezzo del petrolio. Certamente ci sono le variabili rappresentate dalla Nigeria e della Libia, ma saranno i livelli produttivi degli americani a determinare la quotazione del petrolio.

Per ora tutto resta nella norma. Ieri, infatti, il Brent con scadenza luglio si è attestato a quota 52,39 adollari al barile, addirittura con un ribasso dello 0,23%. Un andamento che ben rappresenta il senso più profondo di quella parola “prudenza” che abbiamo messo in risalto ad inizio articolo. 

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