Debolezza sostenuta sul prezzo del petrolio oggi. Come si evince andando a guardare ai grafici sulla quotazione dell’oro nero, sia il Wti che il Brent sono decisamente deboli. Il petrolio Wti sta segnando un calo dello 0,7% attestandosi di poco sopra i 48 dollari al barile mentre il petrolio Brent è in flessione dell’1,04% a 52,17 dollari barile. Sia nel caso del Brent che nel caso del Wti, il range di oscillazione delle rispettive quotazioni è stato molto ristretto. L’impressione generale è che il prezzo del petrolio non stia riservando grandi variazioni alla luce dell’attesa per quelle che saranno le decisioni dle vertice Opec oggi in corso a Vienna, in Austria.
Come hanno commentato alcuni traders, è inutile attendersi grandi oscillazioni se prima non sarà chiaro quale sarà l’esito di questa delicatissima riunione Opec. Il consiglio che scaturisce da questa osservazione è abbastanza intuitivo: meglio evitare posizionamenti affrettati se prima non si hanno elementi utili per capire quale possa essere il risultato di questo summit tra i paesi prodottori di petrolio.
Questo approccio prudente ha una conferma da quelle che son state le oscillazioni che si sono fin qui viste sul grafico della quotazione petrolio. Il Wti, infatti, ha toccato un minimo intraday a 48,14 dollari al barile e un massimo a 48,66 dollari. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Brent che ha toccato un massimo intraday a 59,9 e un minimo a 52,13 dollari. In considerazione dell’andamento tenuto dai futures negli ultimi minuti, può essere lecito ipotizzare una accelerazione ribassista.
La riunione dell’Opec di oggi è molto importante. Sul tavolo c’è infatti un problema di non poco conto come la definizione degli aspetti tecnici relativi al taglio della produzione di petrolio.
Secondo Tamas Varga, analista di Pvm, il prezzo del petrolio è rimasto ultimamente abbastanza stabile nonostante il progetto di riduzione dell’output elaborati dall’Opec. In questo contesto, il problema maggiore del Cartello tra i produttori riguarda il come gestire l’aumento della produzione di greggio. Si tratta di una questione che è quasi esplosiva se si considera che molti paesi hanno iniziato ad aumentare la produzione di petrolio. E’ questo il caso della Libia la cui raffinazione è aumentata di 400.000 barili al giorno rispetto aindati del mese di marzo ma anche della Nigeria il cui incremento è stato di circa 300.000 barili al giorno e dell’Arabia Saudita che ha aumentato di 160.000 giornalieri la raffinazione. Problemi, ma di minore intensità anche dall’Iraq la cui produzione è salita di 43.000 barili giornalieri. Considerando nel loro insieme questi dati, si evince che le decisioni di tipo tecnico che l’Opec adotterà oggi potranno avere delle ripercussioni sull’andamento del prezzo del petrolio.
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