Stati Uniti, dati contrastanti sul fronte macro economico

Dagli Stati Uniti negli ultimi giorni sono arrivati alcuni aggiornamenti macro particolarmente contrastanti, che evidenziano una debolezza nata con la stagione degli uragani, ma che non dovrebbe protrarsi a lungo.

Riassumendo quanto accaduto, riepiloghiamo anzitutto che l’indice Empire della NY Fed aggiornato settembre è risultato essere poco variato a 24,4 punti contro i 25,2 punti del mese di agosto. Lo spaccato dell’indagine è piuttosto positivo, valutato che gli aumenti sono stati diffusi a tutte le componenti. Bene anche le aspettative a sei mesi, che rimangono piuttosto solide a 39,3 punti, sebbene calo rispetto ad agosto (45,2 punti),

Più deludenti sono invece i dati sulle vendite al dettaglio, che ad agosto calano di -0,2% m/m, dopo +0,3% m/m di luglio. La debolezza è diffusa anche all’aggregato al netto di auto e benzina. Complessivamente, come già abbiamo avuto modo di anticipare, emerge come i dati diano un primo assaggio degli effetti di breve termine degli uragani Harvey e Irma, che però dovrebbero portare a un modesto rallentamento della crescita nel terzo trimestre. L’attività di ricostruzione e la sostituzione dei beni durevoli distrutti dagli uragani saranno di sostegno a una riaccelerazione dei consumi nel quarto trimestre.

Tra gli altri dati deludenti made in USA ci sono poi quelli di produzione industriale, il cui dato ad agosto cala di -0,9% m/m, con una flessione che, anche qui, è da attribuire quasi totalmente all’uragano Harvey. Il manifatturiero corregge di -0,3% m/m, sostenuto dalle auto (+2,2% m/m), mentre al netto delle auto nel settore si registra un calo di -0,5% m/m. A proposito degli effetti degli uragani, la Fed ha stimato che le conseguenze dell’evento naturale abbiano ridotto la variazione dell’output nel manifatturiero ad agosto di circa 0,75 pp, per via degli effetti su raffinazione, chimica, materiali plastici e resine.

Infine, tra gli ultimi dati pubblicati c’è anche quello sulla fiducia dei consumatori rilevata dall’Università del Michigan a settembre che diminuisce solo marginalmente, a 95,3 punti contro precedenti 96,8 punti. Le condizioni correnti migliorano a 113,9 punti da 110,9 punti, a fronte di una correzione delle aspettative a 83,4 punti da 87,7 punti.

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