Il prezzo del Bitcoin, dopo il grande crollo della scorsa settimana, ha iniziato ad ondeggiare attorno a quota 4000 dollari. In alcuni frangenti la quotazione Bitcoin è riuscita a spingersi anche oltre questa importante resistenza per poi, però, tornare sui propri passi. Indipendentemente dalla capacità del Bitcoin di restare aggrappato ai 4000 dollari, quello che si può evincere andando a guardare al grafico BTC/USD è che la grande paura di metà settembre sembrerebbe essere stata smaltita. Il crollo che il Bitcoin aveva registrato appena pochi giorni fa era stato causato dalla decisione della Cina di attuare una stretta sull’utilizzo della criptovaluta. La mossa di Pechino aveva determinato un deprezzamento repentino della criptovaluta ma non aveva generato perdite per quei traders che sono perfettamente consapevoli del fatto che le oscillazioni del Bitcoin corrono sempre il rischio di crollare non appena intervengono fattori che “minano” la diffusione della criptovaluta.
La pausa che la quotazione Bitcoin sembra aver concesso oggi sui mercati, può essere l’occasione per analizzare alcuni report sulle prospettive della criptovaluta che sono stati pubblicati da importanti autorità. Rientra in questa categoria una affilata analisi della Banca d’Italia secondo la quale investire in Bitcoin non conviene. Il giudizio di Via Nazionale non deve lasciare stupiti. Tutti coloro i quali conoscono come funziona il Bitcoin sanno perferfettamente che le banche centrali sono le prime avversarie (per non dire nemiche) di tutte le criptovalute compreso il Bitcoin.
Vale comunque mettere in evidenza i motivi per i quali si sconsiglia di comprare Bitcoin. Le cause per le quali Banca d’Italia invita a non scommettere sui Bitcoin sono ben 10. Alcune sono abbastanza note, altre di meno. Tra i motivi più noti c’è l’assenza di informazioni ben precise. Secondo la Banca d’Italia non è pensabile comprare Bitcoin senza conoscere quelli che sono gli elementi più “intimi” che regolano il funzionamento della criptovaluta. Ma non sono solo le informazioni a mancare ma anche la tutela legale. Via Nazionale, su questo secondo punto, non fa sconti ed afferma che rinviare un reclamo in caso in problematiche di ogni tipo sull’investimento in Bitcoin è impossibile. Ci sono poi altri elementi che dovrebbe indurre a non comprare Bitcoin come l’assenza di organi di vigilanza e di ogni forma di garanzia. Parallelo a questi due motivi è poi un quindi fattore negativo da tenere in considerazione: la possibilità che un black out tecnologico si traduca in perdite irrecuperabili.
Fin qui i motivi di ordine pratico. Allargando poi il discorso ad altri ambiti, a Banca d’Italia scoraggia dall’acquisto del Bitcoin alla luce dell’assenza di una normativa fiscale certa, di bancomat reali ai quali poggiarsi per prelevare e in considerazione di una scarsa accettazione. Anche in questo caso si tratta di “limiti” e rischi del Bitcoin che sono noti. Altrettanto noti sono i rischi connessi alle forti oscillazioni della quotazione e quelli riguaranti l’antiriciclaggio.
Il vademecum della Banca d’Italia aggiunge ben poco di nuovo rispetto al quadro relativo ai rischi che chi sceglie di investire in Bitcoin ha ben presente. Un modo per aggirare questi rischi è quello di non comprare direttamente Bitcoin ma di limitarsi ad investire in Bitcoin attraverso il Forex & Cfd trading. Scegliendo questa strada molti dei dieci rischi che ha elencato la Banca d’Italia non sarebbero più tali.
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