Sono ben quattro le settimane consecutive caratterizzate da un ribasso del prezzo dell’oro. Il bene rifugio per eccellenza si appresta a chiudere la prima settimana di ottobre con un ribasso delle quotazioni dell’1%. La contratazione del prezzo dell’oro prosegue perchè non ci sono oggettivi motivi per i quali debba esserci una corsa ai beni rifugio. Come emerge dal grafico relativo alla quotazione oro, infatti, l’ultima settimana il cui il prezzo del metallo giallo ha registrato una progressione in avanti è stata la prima di settembre. Allora però c’era il rischio scontro tra Corea del Nord e resto del mondo a determinare una risalita del prezzo dell’oro. Venuta meno la preoccupazione per il fronte coreano, la quotazione dell’oro è quindi tornata a stabilizzarsi.
Nell’ultima di Ottava il contratto dell’oro con scadenza a dicembre registra una flessione dello 0,76%, superiore a 4 dollari, a $1.269 all’oncia circa. Il ribasso odierno è il frutto della convinzione del mercato che la Federal Reserve procederà già a dicembre ad un aumento del costo del denaro. Il rialzo dei tassi, stando alle analisi più recenti, ci sarà nonostante il report sull’occupazione in Usa abbia messo in evidenza una contrazione delle non farm payrolls per la prima volta negli ultimi sette anni.
Ma se il prezzo dell’oro piage, quello dell’argento, almeno nella seduta di oggi, non ride. La quotazione dell’argento, infatti, segna un calo dell’1,5% circa attorno a 16,610 dollari l’oncia.
L’andamento odierno dei due beni rifugio per eccellezza, oro e argento, non scalfisce quelle che sono le convizioni degli analisti per il medio termine. Prima di andare ad analizzare quelle che sono le prospettive sui due metalli si raccomanda di aprire un grafico sulla quotazione oro e un grafico sulla quotazione argento in modo tale da poter così fare subito una valutazione.
Come si evince dai due andamenti, la quotazione dell’oro da inizio anno ha messo a segno una progressione dell’11%. Non esiste praticamente confronto con il prezzo dell’argento che, invece, è cresciuto di un modesto 5%.
Secondo alcuni analisti, però, come mostrato dalle indicazioni dei grafici relativi all’ultimo mese, il prezzo dell’argento sovraperformerà quello dell’oro negli ultimi tre mesi del 2017. Secondo un rapporto di Metals, ocietà di consulenza specializzata in metalli, è molto probabile che “l’argento alla fine farà meglio dell’oro”. Il recupero del metallo grigio dovebbe avvenire tutto nell’ultimo trimestre dell’anno in corso e poi potrebbe proseguire anche nel 2018. Ma come fa Metals ad arrivare a questa conclusione? Gli analisti ritengono che possa esserci una ripresa della domanda di asset fisici già nel mese in corso e citano come esempio la recente forte domanda fondi ETF legati all’argento e l’incremento, già visibile a settembre, delle attività anche sul COMEX.
A spingere la domanda di argento dovrebbe essere l’India che, attualmente, rappresenta solo il 16% della domanda globale complessiva. Questo livello, secondo Metals, è destinato a salire perchè salari ed ecomomia dell’India, dopo un periodo di affanno, stanno ora ripartendo.
In effetti nella prima parte dell’anno, la domanda di argento in India ha segnato il passo crescendo molto di meno degli anni precedenti. Questo, sempre secondo Metals, si è verificato a causa del giro di vite del governo indiano contro i contanti non depositati in banca. La mossa dello Stato indiano ha determinato un rallenatemento della domanda di argento che adesso dovrebbe invece tornare a crescere. Il trend che si dovrebbe verificare nell’ultimo trimestre del 2017 dovrebbe poi proseguire anche nel 2018. In una situazione simile viene ritenuto molto probabile che la quotazione dell’argento vinca la sfida con la quotazione dell’oro.
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