Bank of America ha annunciato i propri risultati relativi al terzo trimestre dell’anno, che hanno registrato un incremento dell’utile netto su base annua del 13%, grazie principalmente all’andamento dei profitti delle attività di asset management e della divisione retail, in grado di compensare la debolezza del trading.
Oltre a ciò, si noti come un contributo positivo è sicuramente giunto anche dagli effetti di un’attenta politica di riduzione dei costi oltre che del contesto di rialzo dei tassi di mercato.
Limitatamente al periodo in esame, si noti come l’utile netto trimestrale si sia attestato a 5,59 miliardi di dollari, per un valore per azione pari a 0,48 dollari, e dunque al di sopra dei 0,46 dollari per azione che erano stati precedentemente stimati dal consenso.
Sul fronte del fatturato, si noti invece come i ricavi complessivi sono calati di poco meno dell’1% a/a, a quota 21,8 miliardi di dollari, con una flessione inferiore a quanto atteso dal mercato; sul dato ha pesato però la già anticipata flessione del 15% a/a dei ricavi da trading su azioni e obbligazioni, attestatisi a 3,15 miliardi di dollari. A nuocere al risultato complessivo è in particolar modo stato il trend delle attività sul reddito fisso, che hanno impattato maggiormente con un calo del 22% a/a a 2,17 miliardi di dollari.
Bene invece il ricavo da trading azionario, che rappresenta oggi in volume la metà di quello obbligazionario, in grado di generare ricavi in aumento del 2,5% a/a a 984 miliardi di dollari.
Nella nota con la quale il gruppo ha ufficializzato i dati trimestrali, ha altresì annunciato di aver aumentato, a titolo prudenziale, le riserve per possibili future insolvenze sul fronte dei prestiti per carte di credito, per un valore di 167 milioni di dollari.
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