La quotazione del petrolio, al di là dei momentanei assestamenti, sta proseguendo il suo trend rialzista portandosi molto vicino ai massimi da quattro settimane. Mentre scriviamo il prezzo del petrolio WTI registra un calo dello 0,29% scendendo a quota 52,32 dollari al barile mentre il prezzo del petrolio Brent è praticamente fermo a 58,37 dollari al barile. Il range di movimento di entrambe le quotazioni è oggi molto ristretto. Il WTI, infatti, ha raggiunto un massimo intraday e 52,58 dollari mentre il minimo è stato toccato a 52,15 dollati. Stesos discorso per il petrolio Brent che ha raggiunto un massimo intraday a 58,53 dollari e un minimo intraday a 58,07 dollari.
Le considerazioni certamente più interessanti per i traders, però, possono essere fatte se si va a guardare al grafico complessivo relativo all’andamento della quotazione petrolio. E’ da qui che si evince la tendenza leggeremente rialzista che il prezzo dell’oil sta attraversando nelle ultime settimane.
Se il prezzo del petrolio continua a rafforzarsi rispetto alle quotazioni molto basse che hanno caratterizztao l’oil fino al mese di giugno, è perchè il contesto di riferimento risulta essere molto cambiato. La view positiva si è ultimamente rafforzata grazie ai segnali di distensione in arrivo dall’Arabia Saudita. Riad ha infatti riconfermato il suo impegno di porre fine all’eccesso di offerta. Ad intervenire di questa questione è stato direttamente il ministro dell’Energia saudita Khalid al-Falih. In occasione dell’evento Future Investment Initiative, che si è svolto a Riyadh, in Arabia Saudita, il ministro ha messo in evidenza che il focus rimane sulla necessità di ridurre le scorte di petrolio. L’obiettivo dei paesi avanzati, ha affermato al-Falih è quello di ridurre le scorte di petrolio attorno alla media degli ultimi cinque anni. Secondo il ministro, inoltre, è molto probabile che la domanda globale di energia possa registrare una progressione addirittuta del del 45% entro il 2050. Il forte incremento della domanda dovrebbe essere sostenuto dalla crescita della popolazione e dal miglioramento del tenore di vita. Per al-Falih, inoltre, “il petrolio, il gas naturale e il carbone continueranno a incidere sull’offerta di energia, entro il 2050, per circa il 75%”.
Le dichiarazioni del ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita vengono giudicate forse un pò troppo ottmistiche da molti traders ma resta il fatto che queste parole possono essere ritenute un buon punto di riferimento per continuare ad avere un approccio long sull’andamento del prezzo del petrolio. Tale prospettiva è sostenuta anche dall’altro grande catalyst di breve sul prezzo del greggio rappresentato dal calo dell’export dall’Iraq a causa degli scontri militari tra regolari irakeni e gruppi sciiti, da un lato, e i paramilitari curdi nel nord del paese.
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