Non sembra incotrare ostacoli sulla sua strada l’aumento della quotazione del petrolio. Il prezzo del greggio, infatti, continua a subire apprezzamenti continui e a trarre benefico da tutta una serie di fariabili favorevoli che si stanno consolidando sempre di più. Ovviamente assieme al prezzo del petrolio aumentano anche le richieste di indicazioni da parte dei traders su cosa fare. E’ logico, infatti, che la quotazione del petrolio non possa salire per sempre e allora, sul medio termine, conviene vendere o comprare? In altre parole ha ancora senso posizionarsi long sul petrolio o è meglio chiudere le posizioni in essere? Tale questione interessa molto chi ha scelto di investire sull’andamento della quotazione petrolio attraverso il trading di CFD ed è appunto ad essi che ci rivolgiamo.
Elaborare previsioni sul prezzo petrolio significa saper combinare sia l’analisi tecnica che l’analisi fondamentale. Nel primo ambito rientra lo studio dell’andamento della quotazione petrolio dal punto di vista storico. L’obiettivo è quello di individuare, tenendo in considerazione l’andamento passato, supporti e resistenze in modo tale da impostare poi una strategia trading vincente. In un contesto in cui il prezzo del petrolio WTI si muove oggi in area 57 dollari al barile e la quotazione del Brent è invece attestata a 63 dollari al barile, ad essere utile è soprattutto l’analisi fondamentale. In questo ambito rientra il report che è stato diffuso dall’OPEC e che analizza le possibili previsioni sulla domanda di greggio per i prossimi anni.
Secondo l’OPEC è molto probabile che la domanda di greggio dai paesi dell’organizzazione possa aumentare si nei prossimi due anni ma ad un ritmo più lento delle precedenti previsioni. La revisione al ribasso dell’aumento della produzione di greggio OPEC è causata dall’aumento della produzione dei produttori competitor, a sua volta innsceta dall’aumento dei prezzi del petrolio dovuto al taglio della produzione deciso in primavera dall’Opec stesso. Sempre secondo l’OPEC non è da escludere che nel lunghissimo termine ci possa essere anche un calo della domanda provocato dalla diffusione dell’auto elettrica. I rischi connessi allo sviluppo dell’auto elettrica non sono una novità nelle analisi dell’OPEC. Già in un precedente World Oil Outlook era stata prospettata questa eventualità.
Secondo Mohammad Barkindo, segretario generale OPEC, “è evidente che l’elevato tasso di conformità ai tagli alla produzione è stato fondamentale per il processo di riequilibrio che ha caratterizzato il mercato nel corso di quest’anno ed il focus a lungo termine in merito alla richiesta di prodotto rimane concentrato sull’OPEC. Le prospettive a medio termine per la fornitura di prodotto extra OPEC sono mutate notevolmente, con la produzione di Tight Oil USA che ha superato le attese”.
Al di là dei discorsi e ricordando che l’OPEC aveva tagliato la produzione di petrolio per cercare di equilibrare domanda e offerta, le nuove previsioni sui prossimi anni sono le seguenti: 33,1 milioni di barili giornalieri prodotti nel corso del 2019. La stima è in crescita rispetto ai 32,7 milioni di barili giornalieri del 2016 ma è comunque inferiore rispetto ai 33,7 milioni di barili giornalieri indicati in una previsione precedente.
Tali indicazioni vanno tenute in debita considerazione per capire se conviene o meno investire sull’andamento del prezzo del petrolio anche nei prossimi mesi.
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