Prezzo petrolio: corsa al trading con previsioni su quotazioni a 80 dollari entro Natale

Quanto durerà il trend rialzista del prezzo del petrolio e quindi fino a quando la quotazione del petrolio continuerà ad aumentare? Queste due domande stanno agitando il sonno di tanti traders italiani. In questi giorni chi ha scelto di investire sul petrolio con i futures e chi invece utilizza il trading di CFD per scommettere sull’andamento della quotazione del petrolio è alla ricerca delle migliori previsioni sull’andamento del prezzo del greggio nei prossimi mesi. Il trend è molto chiaro. Il rally messo a segno dal greggio nel corso degli ultimi mesi ha spinto molti operatori a preferire l’oro nero rispetto agli altri assets e questo ha portato ad un forte aumento dell’appeal verso il petrolio. Proprio per questo motivo è oramai partita una vera e propria caccia a quelle che sono le stime per i prossimi mesi. 

Secondo Bloomberg, il fatto che il prezzo del petrolio abbia toccato la scorsa settimana i massimi da due anni, potrebbe non significare la fine del rally in atto. Molto spesso sui mercati, infatti, ad una fase di forte progressione corrisponde poi un ripiegamento. Ebbene, in base all’analisi di Bloomberg questo non sarebbe il caso del prezzo del greggio. Gli esperti ritengono addirittura che l’apprezzamento del greggio sia solo una fase intermedia. Questa tesi è supportata dal fatto che i contratti speculativi che vedono il prezzo del petrolio tra i 71 e gli 85 dollari nel mese di febbraio 2018, hanno registrato un forte aumento. In particolare, ha rilevato Bloomberg, che la differenza tra chi scommette su movimenti al rialzo (long) e chi invece punta su movimenti al ribasso (short trading) è salita ai ivelli meno “da orso” dalla fine di agosto 2017. Insomma, al di là delle parole tecniche c’è una crescente convinzione da parte di investitori forti, quindi da parte di traders che muovono milioni e non certamente da parte di traders della porca accanto, che la quotazione del petrolio possa ancota apprezzarsi a magari raggiungere gli 80 dollari entro Natale.

L’obiettivo sarebbe a portata di mano. Come si evince guardando il grafico sulla quotazione petrolio, il Wti registra oggi un rialzo dello 0,3% a 57 dollari al barile mentre il Brent è praticamente stabile a 63,5 dollari al barile. Considerando il tempo che manca da qui fino a Natale è ipotizzabile che le stime di Bloomberg non siano campate in aria o peggio ancora frutto di euforia ma siano invece ben piantate a terra. 

Le ripercussioni su un possibile ulteriore apprezzamento del prezzo del petrolio di vedono dall’attività Usa. Quest’ultima era finita in una sorta di stato di calma piatta per effetto della strategia Opec tesa a mantenere alta la produzione per trarre vantaggio rispetto all’output americano. Recentemente, però, il disegno dell’Opec si è come inceppato perchè il numero delle trivelle petrolifere attive negli Stati Uniti è tornato a salire. Secondo i dati comunicati lo scorso venerdì dal gruppo di servizi petroliferi Baker Hughes, i pozzi hanno registrato un aumento di 9 unità salendo a 738. L’incremento, importante, non deve essere sopravvalutato perchè siamo comunque lontanissimi dal picco di 1.609 iunità toccato a ottobre del 2014. Ad ogni modo, però, questo indicatore molto utile per capire come investire sul prezzo del petrolio si è allontanato dai minimi toccati nel 2009.

Insomma ci sono tutta una serie di segnali che i traders sbaglierebbero a non cogliere. Anche chi ha scelto di investire piccole somme sull’andamento del prezzo del petrolio dovrebbe tenere in debita considerazione quelle che sono le previsioni che arrivano da chi è abituato a scommettere grandi somme sul greggio. Indipendentemente dal fatto che la quotazione del petrolio possa o meno arrivare a 80 dollari al barile, ossia 15 dollari in più, a Natale, quello che è importante è prendere atto che l’andamento del greggio ha raggiunto traguardi che non potevano essere neppure immaginati fino a pochi mesi fa. Su questo punto tutti sono concordi. 

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