Goldman Sachs ha espresso ottimismo sull’andamento della crescita economica mondiale per il 2018, stimando uno sviluppo del PIL al +4,0%. Non mancano comunque gli elementi di incertezza e di rischio che potrebbero condizionare negativamente lo sviluppo dei dati macro. Ma quali sono? E come è bene prepararsi al prossimo anno?
Crescita mondiale in accelerazione
Nel suo Global Economics Outlook per il 2018, Goldman Sachs ha stimato alcuni possibili scenari attesi per il prossimo anno sull’economia mondiale.
Nel dossier l’istituto sottolinea come la performance economica mondiale stia superando la maggior parte delle attese, con le previsioni per il PIL mondiale nel 2018 che ora sono state riviste al rialzo al 4,0% contro il +3,7% del 2017, e con un miglioramento atteso quasi ovunque, e sia da parte delle economie sviluppate che da parte delle economie dei mercati emergenti.
Dunque, in virtù di condizioni finanziarie agevoli e del promesso supporto delle politiche fiscali, l’istituto statunitense è fiducioso nell’attendersi un’ulteriore e forte espansione dell’economia mondiale per il 2018. Sul fronte della distribuzione della crescita, Goldman Sachs stima incrementi sostanziosi per Stati Uniti (PIL +2,5%), Eurozona (PIL +2,2%) e Giappone (+1,6%), mentre il Regno Unito sarà destinato a garantire la peggiore prestazione tra le economie sviluppate, con una crescita dell’1,3% nel 2018 che risentirà dell’incremento dell’inflazione, che a sua volta pesa sulla crescita salariale e sui consumi. E l’Italia? Per il nostro Paese il PIL dovrebbe crescere del +1,1% nel 2018.
Preoccupa l’inflazione
Anche Goldman Sachs dimostra poi una particolare attenzione nei confronti dell’inflazione, cercando di contribuire a rispondere a una domanda che sta assillando policy makers e analisti: per quale motivo se il gap produttivo si è ristretto, l’inflazione armonizzata sta crescendo in maniera così lenta?
L’analisi di Goldman Sachs nei confronti di questa situazione anomala riconduce l’attenzione soprattutto sull’attuale dinamica delle importazioni e dei prezzi delle materie prime: la debolezza che continua a perdurare compensa infatti l’impatto relativamente piccolo del rallentamento fino ad ora. È comunque probabile che nel 2018 è probabile che questi effetti temporanei saranno destinati a svanire gradualmente, con ripresa lsostenibile dell’inflazione armonizzata mondiale, anche se a livelli ancora al di sotto dei target di Fed e BCE.
Il ruolo delle banche centrali
A proposito di banche centrali, Goldman Sachs stima che la Federal Reserve seguirà una linea molto più aggressiva e rialzista rispetto a quanto il mercato stia prezzando attualmente. La BCE e la Bank of Japan, invece, dovrebbero rimanere ad assumere un atteggiamento piuttosto cauto lungo l’intero corso del 2018.
I rischi nel 2018 per l’Italia
Nel suo dossier, Goldman Sachs trova poi modo di rammentare come i maggiori rischi a breve termine per le prospettive di crescita nel 2018 siano probabilmente di natura politica e, tra di essi, possano arrivare anche dall’Italia.
Di fatti, la banca americana sostiene che nel vecchio Continente l’impatto di una vittoria populista alle elezioni italiane nel 2018 potrebbe essere in grado di scatenare un effetto domino. Il riferimento è legato al sostegno che i sondaggi stanno dando al Movimento 5 Stelle, anche se Goldman Sachs sembra essere pronta a scommettere sulla realizzazione di una coalizione ampia che non dovrebbe mettere in discussione l’appartenenza dell’Italia all’UE o all’euro.
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