Come noto, negli ultimi giorni le autorità finanziarie statunitensi hanno fornito l’atteso via libera alla possibilità di negoziare contratti derivati futures in criptovaluta. La stessa cosa potrebbe avvenire tra non molto anche in Russia, Paese che ha più volte osteggiato bitcoin & co., ma in cui la Moscow Exchange (la Borsa di Mosca) è al lavoro per poter approntare una struttura apposita per il trading sulle valute virtuali.
Ad ogni modo, senza spingerci troppo oltre in quel che avverrà, per il momento non possiamo che limitarci a rammentare che la Commodity Futures Trading Commission, l’autorità Usa che regolamenta il mercato dei derivati, ha autorizzato il Chicago Board Options Exchange ed il Chicago Mercantile Exchange a negoziare future su Bitcoin. Ed è altresì piuttosto probabile che questo sia uno degli elementi alla base della più recente spinta delle quotazioni dei bitcoin, in grado di superare agevolmente i 10 mila dollari.
Passando invece alla Russia, come abbiamo già evidenziato nel Paese c’è una maggiore resistenza da parte dei regolatori finanziari e delle autorità politiche, ma sarà difficile tenere a freno i desideri dei mercati, che spingono sull’introduzione di Bitcoin e altre criptovalute tra i prodotti di trading.
Anche per questo motivo il Moscow Exchange ha già annunciato la volontà di realizzare un’infrastruttura utile per la gestione del trading di criptocurrencies, che dovrebbe essere attiva fin dal mese di agosto 2018, garantendo così un trading più rapido, semplice ed efficace di strumenti finanziari derivati in valute criptocurrency. Ma che cosa cambierà?
Quel che sembra facilmente prevedibile è che con l’approdo di Bitcoin nei circuiti finanziari ufficiali vi potranno essere diversi cambiamenti nella sua stessa natura e nella sua “legittimità”, rendendo pertanto più sostenibile un business che è ancora visto con grande scetticismo…
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