Sono due eventi estemporanei che stanno lanciando le quotazioni del petrolio in questi ultimi giorni dell’anno. A sostenere il prezzo del greggio non è più solo la nota chiusura dell’oleodotto del Mare del Nord, Fortiers, a causa di una serie di perdite negli impianti ma, da ieri sera, anche un devastante attentato che si è verificato ai danni di un oledotto in Libia. Ad essere preso di mira dai terroristi islamici è stato l’impianto di Marada situato in Cirenaica. In una Libia che praticamente non esiste più essendo ostaggio di milizie di vario orientamento che cambiano alleanze e rapporti di forza dal giorno alla mattina, l’attentato all’oleodotto di Marada ha mostrato quanto sia instabile l’approvviggionamento di greggio da Tripoli.
Dopo la diffusione della notizia e le prime devastanti immagini che sono arrivate dalla Cirenaica, gli investitori hanno iniziato a chiedersi per quanto tempo il prezzo del petrolio sia destinato ad essere condizionato dalla notizia dell’attentato. In base ai dati attualmente disponibili, la Libia immette sul mercato del greggio qualcosa come 1 milioni di barili di petrolio al giorno. L’impianto di Marada, a seguito dei danni provocati dall’attacco, dovrebbe subire una contratazione nella produzione di greggio pari a circa 90mila barili. Non si tratta di una cifra immensa eppure, a causa della tendenza long che da mesi caratterizza l’andamento della quotazione petrolio, il prezzo del greggio è subito scattato lasciando presagire scenari comunque difficilmente realizzabili. Sul Nymex, il contratto di febbraio è salito di un dollaro e mezzo attestandosi a 59,97$ al barile, ai massimi da giugno 2015. Il Brent, invece, si è attestato a 66,72 dollari al barile.
L’attentanto in Libia è stato un’occasione di trading che tanti investitori che operano con i CFD non si sono lasciati sfuggire. E’ molto probabile che nel brevissimo termine, quindi negli ultimi giorni del 2017, l’andamento del prezzo del petrolio sia destinato a fare i danni con la notizia dell’esplosione. L’orientamento generale, quindi, è quello long ma con l’attenzione già rivolta a quelle che sono le previsioni sull’andamento della quotazione petrolio nel 2018. Questo da un punto di vista prettamente speculativo. Più complesso è il discorso prettamente strategico. L’attentato che si è verificato in Cirenaica, ossai in una zona controllata dal generale Haftar che, a sua volta, opera con il sostengno degli egiziani e dei francesi, apre interrogativi di non poco conto. Il messaggio dei terroristi islamici è rivolto ad Haftar stesso, e quindi si tratta di ricatti interni al complesso scacchiere libico, eppure è rivolto verso l’esterno.
Nonostante il clima da permanente guerra civile che caratterizza la Libia dalla caduta di Gheddafi, infatti, le infrastutture energetiche più che essere considerate obiettivi da colpire, erano viste dalle milizie come strumenti da usare. Negli ultimi anni, infatti, molto spesso, oleodotti di ogni tipo erano stati chiusi dalle varie milizie proprio per ottenere favori. Ora sono arrivate le bombe e il prezzo del petrolio è schizzato aprendo interrogativi le cui risposte arriveranno non prima dei prossimi mesi. A poter essere condizionata da questa situazione sarà proprio l’andamento del prezzo del petrolio.
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