La scorsa Ottava è stata drammatica per le azioni Snapchat. La quotazione Snap ha bruciato ben 1,3 miliardi di capitalizzazione scivolando del 6% a quota 17,5 dollari. La cronaca di quello che è avvenuto in poche ore è rimbalzata su tutti i giornali di tutto il mondo con la seguente argomentazione: il crollo Snapchat è stato causato da un tweet di Kylie Jenner, reality star americana molto conosciuta in tutto il mondo. La giovane star che su Instagram vanta qualcosa come 104 milioni di seguaci su Instagram ha pubblicato un post con il quale si è lamentata per le novità grafiche introdotte da Snap affermando di non essere più intenzionata ad utilizzare questo strumento. Ora se a pubblicare il tweet fosse stato un mortale qualunque questo stesso articolo non esisterebbe. Poichè il tweet della Jenner è stato però ripreso e condiviso da migliaia di altri utenti allora ecco spiegato il perchè le azioni Snap sono crollate. Come hanno messo in evidenza alcuni analisti si è dinanzi ad uno dei primi casi in cui un’azione tech naufraga per colpa dei social. Non sarà comunque l’ultimo caso.

Ma è stato davvero il tweet della star americana a determinare il crollo delle azioni Snapchat. Se si allarga lo sguardo all’andamento della quotazione Snap nelle ultime settimane, si può affermare che il crollo di Snap è stato causato da un tweet ma solo perchè c’era il terreno fertile affnchè questo si potesse verificare. L’analisi tecnica aiuta a capire quello che è successo venerdì e a definire come posizionarsi oggi sulle azioni Snapchat. Dopo il grande crollo è meglio vendere ancora o è meglio comprare azioni Snapchat a questo prezzo?

Secondo gli analisti di Citi le azioni Snap sono da vendere e hanno rating sell. E’ questo il giudizio che la banca d’affari Usa ha emesso solo pochi giorni prima del famoso tweet. Ricostruendo quindi la cronaca dell’ultima settimana si può affermare che sia prima arrivata una bocciatuta sulle azioni Snap e poi il famoso tweet. I due eventi sono strettamente collegati. Il downgrade sulle azioni Snapchat è stato motivato proprio alla luce dello scarso successo riscosso dalla nuova grafica. Guardacaso questa è la stessa obiezione che Jenner ha rivolto a Snap nel suo tweet. Per farla breve quindi i mercati sapevano già da alcuni giorni che il cambio deciso da Snapchat non aveva incontrato tanto favore. 

Anche il downgrade deciso da Citi va comunque inquadrato nella giusta prospettiva. Il prezzo delle azioni Snap, contrariamente a quello che si può pensare, ha registrato da inizio anno ad oggi un aumento del 18%. Il recente crollo Snap, quindi, non è stato un evento che si è inserito in una situazione già deteriorato ma bensì il classico caso di presa di profitto dopo un rally. Più in particolare la quotazione Snap il 7 febbraio scorso aveva registrato un vero e proprio boom sostenuto dagli ottimi conti del quarto trimestre. Snapchat aveva infatti annunciato di aver chiuso il periodo di riferimento con un rosso di 28 centesimi per azione, 5 in meno rispetto alle stime, e vendite per 285,7 milioni ben al di sopra dei 254,8 attesi. Anche il numero degli utenti Snap era aumentato con un balzo del 18% a 187 milioni portando il ricavo per utente a 1,53 dollari. 

Proprio in considerazione di tali elementi si può affermare che il crollo di Snap per un tweet sia stato provocato anzitutto da un contesto estremamente favorevole. 

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