Il recente crollo di Wall Street potrebbe essere stato una premessa rispetto a quello che si potrebbe verificare nei prossimi mesi. Secondo Goldman Sachs la borsa e quindi le azioni americane rischiano di subire un vero e proprio tracollo a causa delle crescente tensiono sull’obbligazionario. Se il rendimento dei Treasuries americani dovesse arrivare fino al 4,5% da oggi a 10 mesi (quindi entro la fine dell’anno), la possibilità che Wall Street crolli diventerebbe molto alta. L’argomento “crollo di Wall Street” non rappresenta una novità. E’ dalla scorsa estate che si parla diffusamente di questa ipotesi e sono in tanti gli analisti che vedono il Nasdaq, l’S&P 500 e il Dow Jones su livelli non più sostenibili. 

Stando al report di Goldman Sachs la vera insidia però, è appunto rappresentata dal rendimento del decennale americano. Nel loro report gli analisti affermano che il rendimento del titolo dovrebbe attestarsi al 3,25% entro la fine del 2018. Se però, come esaminato negli stress test, il rendimento dovesse salire al 4,5%, allora per le azioni di Wall Street sarebbe inevitabile un forte crollo. Affermano testualmente gli esperti di Goldman Sachs che “un aumento dei tassi al 4,5% entro fine anno causerebbe un calo tra il 20 e il 25% dei prezzi delle azioni“.

Dal punto di vista grafico un calo delle azioni compreso nel range 20-25%  avrebbe un impatto molto forte sugli indici azionari. L’S&P 500, ad esempio, potrebbe passare dagli attuali 2747,30 punti a 2100-2298 punti. Si tratterebbe di una contrazione molto marcata che sarebbe ovviamente un problema per chi ha azioni americane in portafoglio.

Il possibile crollo della borsa Usa non è detto che sia una cattiva notizia per chi preferisce investire sugli indizi azionari attraverso il trading di CFD. I Contratti per Differenza, infatti, consentono di investire anche scommettendo su un ribasso dell’asset sottostante (in questo caso gli indici della borsa di Wall Street). Per riuscere a muoversi per tempo è necessario però cogliere i giusti segnali. Se Goldman Sachs parla di un possibile crollo di Wall Street, Morgan Stanley invece è meno pessimista. La banca d’affari, infatti, ritiene che che il sell off sui Treasuries sia destinato a finire. L’andamento del rendimento sulle obbligazioni governative americane, quindi, non sarebbe un problema e questo significa che la causa indicata da GS come alla base del possibile crollo di Wall Street, non esiste. Il giudizio di Morgan Stanley è simile a quello di chi ritiene che ci sia invece ancora lo spazio per un risalita del prezzo delle azioni americane. Secondo alcuni analisti, infatti, i titoli di Wall Street potrebbero continuare a salire fino al raggiungimento del 3,5-4%.

Chi ha ragione? Ci sarà o no nel 2017 il crollo di Wall Street? Queste domanda restano completamente aperte ad oggi. 

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