Quale direzione prenderà il prezzo del petrolio? Le quotazioni del WTI e del Brent registranno un aumento o una diminuzione nei prossimi giorni? Il recente andamento dell’oil ha scompaginato le previsioni sul tavolo. La mossa a sorpresa di Russia e Arabia Saudita ha rimesso in discussione la possibilità che il greggio fosse inesorabilmente destinato ad un aumento delle sue quotazioni. Riad e Mosca, infatti, hanno comunicato che è loro intenzione procedere ad un aumento della produzione di greggio in modo tale da scongiurare il rischio shock energetico. Non appena questa indiscrezione è diventata certezza è iniziata la corsa ad aggiornare le stime. Si è trattato di una reazione inevitabile in considerazione dello scontato calo del prezzo del greggio. Questa mattina il petrolio WTI si muove in area 66,6 dollari al barile mentre il Brent registra una flessione dello 0,2% a quota 75 dollari al barile. La quotazione petrolio, quindi, resta al ribasso. 

In questo articolo ti parlerò appunto delle nuove previsioni prezzo petrolio sulla base delle più recenti novità. A tornare sugli scenari possibili dell’oil sono stati gli analisti di Bank of America. Gli esperti in un report hanno indicato quelli che, secondo loro, sono i tre scenari possibili per la quotazione del petrolio. 

Gli analisti di BofA hanno conservato il loro scenario base sull’oil quindi la previsione sul Brent per il 2019 resta ancorata a 75 dllari al barile. Nonostante questa conferma, però, BofA vede il concreto “rischio che invece si aprano due possibili scenari alternativi“. Queste ipotesi riguardano ciò che accadrebbe se si dovessero verificare due eventi di tipo estremo ossia un crollo della domanda da parte dei mercati emergenti, da un lato, e uno shock dell’offerta dall’altro. 

In relazione ad un possibile shock sul fronte dell’offerta, BofA ritiene che questo scenario sarebbe inevitabile se il crollo della produzione da parte del disastrato Venezuela dovesse proseguire e, contemporaneamente, se dovessero arrivare pesanti sanzioni sul greggio all’Iran. La combinazione tra questi due elementi determinerebbe un inevitabile shock. Affermano gli esperti di BofA che se l’offerta di Iran e Venezuela dovesse calare di 1,6 milioni di barili al giorno nel 2019 rispetto ai livelli attuali, le previsioni sul prezzo del Brent salirebbero da 75 dollari a oltre 100 dollari. In pratica la quotazione petrolio potrebbe subire una impennata fortissima. Questo scenario, alternativo rispetto all’ipotesi base, è però ritenuto poco probabile dagli stessi analisti. 
Il prezzo del petrolio, secondo BofA, non arriverà a 100 dollari nel prossimo anno e questo per almeno tre elementi che fungono da argine: aumento della produzione di greggio da parte della Federazione Russa,  aumento della produzione di greggio da parte dell’Arabia Saudita e ricorso alla Us Strategic petroleum reserve.
Il secondo scenario alternativo, che BofA ritiene essere plausibile ma comunque poco probabile, è basato sull’ipotesi che il mix tra tassi Usa in rialzo, una quotazione dollaro in rialzo e i prezzi del petrolio elevati possa determinare un rallentamento della crescita globale. In particolare la forte svalutazione nel cambio di diverse valute emergenti rappresenta un fattore di preoccupazione per gli investitori. Nel caso in cui dovesse realizzare questo secondo scenario il prezzo del petrolio subirebbe un calo fino a 60 dollari. Il secondo scenario alternativo, quindi, è agli antipodi del primo e punta tutto su un ribasso del prezzo del greggio. 

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