Quella di ieri è stata una seduta da incubo per il titolo GameStop. La quotata, reduce della pubblicazione dei conti trimestrali, ha archiviato la seduta con un ribasso del 12 per cento a 20,64 dollari in un contesto in cui la borsa di Wall Street, grazie alla pubblicazione di dati sull’inflazione in linea con quelle che erano le attese della vigilia, ha invece chiuso con tutti gli indici in verde. E’ quindi evidente che il mercato sia rimasto deluso dai risultati del secondo trimestre 2024.
I motivi del crollo delle azioni GameStop vanno quindi ricercati nella trimestrale. Vediamo allora cosa non è piaciuto ai trader e successivamente cerchiamo di capire cosa conviene fare con le azioni GameStop nella seduta di oggi ossia se è meglio approfittare del crollo per comprare su valutazioni più basse o se è meglio andare short in vista di un ulteriore ribasso. Ricordiamo che per operare in entrambe le direzioni si possono usare strumenti a leva come i CFD.
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Trimestrale GameStop con ricavi deludenti
Il secondo trimestre 2024 di GameStop si è chiuso con un fatturato pari ai 798,3 milioni di euro in ribasso dagli 1,16 miliardi di euro dello stesso trimestre di un anno fa. Il punto è che non solo i ricavi sono stati inferiori su base annua ma hanno anche deluso le attese degli analisti visto che il consensus puntava su un dato pari a 895,7 milioni di euro. Scendendo nel conto economico, l‘utile netto di GameStop è stato pari a 14,8 milioni di dollari contro il rosso di 2,8 milioni di dollari di un anno fa. Di conseguenza l’utile per azione EPS è ammontato a 0,04 dollari, valore che si raffronta con la perdita di un anno fa.
Il fatto che l’utile netto del rivenditore di videogiochi sia stato migliore nel raffronto anno su anno sembra passare in secondo piano dinanzi alla flessione delle vendite registrata da tutti i segmenti di business della quotata. GameStop ha reso noto che le vendite nette di hardware e accessori sono state pari a 451,2 milioni di dollari con un ribasso rispetto ai 597 milioni di dollari del 2023, quelle di software sono calate a 207,7 milioni di dollari contro i precedenti 397 milioni di dollari mentre le vendite di articoli da collezione hanno segnato un ribasso a quota 139,4 milioni di dollari dai 169,8 milioni di dollari di un anno fa.
Allargano l’analisi a tutto il primo semestre, il fatturato di GameStop è ammontato a 1,68 miliardi di euro conto i 2,4 miliardi di un anno fa mentre la perdita netta si è attestata a 17,5 milioni di euro contro i 53,3 milioni dell’anno precedente.
Da segnalare che nel corso della presentazione dei risultati, GameStop ha reso noto di aver depositato una dichiarazione di registrazione riguardante la proposta di vendita di un massimo di 20 milioni delle sue azioni ordinarie di classe A.
Dopo il crollo, long o short trading sulle azioni GameStop
Le indicazioni delle azioni GameStop in vista dell’apertura delle contrattazioni a Wall Street non sono positive. Il titolo del noto rivenditore di games, infatti, si muove in negativo nel pre-market e questo sembra essere il segnale di un avvio di scambi nel segno della continuità con quello che è avvenuto nella seduta di ieri. Del resto il fatto che i prezzi si siano spinti sotto quota 21,5 dollari, ha aperto la porta a possibili ulteriori perdite. Non è da escludere che, una volta superati i minimi della scorsa ottava a collocati appunto a quota 21,5 dollari, il ribasso possa proseguire fino a 20 dollari. Visto che anche questo target al ribasso è a portata di mano, si può pensare che se le vendite non dovessero arginarsi, i prezzi possa cedere fino a quota 18,5 dollari dove è collocata la media mobile di lungo periodo.
Lo scenario ribassista sembra essere quello più probabile, tuttavia non è da escludere che possa esserci anche un cambio di direzione grazie al rimbalzo tecnico. In tal caso un primo obiettivo sarebbe quota 25 dollari al cui raggiungimento (non semplice) si potrebbe riattivare la spinta in avanti della quotata.
Dopo la pubblicazione dei conti trimestrali di GameStop, la situazione che si prospetta per la quotata è quella di una fase ad alta volatilità. L’ideale per chi vuole fare trading usando strumenti derivati come i CFD che consentono di speculare al rialzo (long trading) e al ribasso (short trading). I CFD azionari sono disponibili sia sulle piattaforme di broker come eToro che su quelle di banche come Fineco.
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