Dalla Newsletter di Borsainside del 26.09.2011:
La nanotecnologia, la scienza che si basa sulla comprensione e la conoscenza approfondita delle proprietà della materia su scala nanometrica, affascina già da anni anche gli investitori. La nanoscienza promette infatti dei sorprendenti progressi in ogni settore. Le nanotecnologie apportano possibili soluzioni ad una serie di problemi grazie a materiali, componenti e sistemi più piccoli, più leggeri, più rapidi e più efficaci. Queste possibilità aprono nuove prospettive per la creazione di ricchezza e occupazione. Alcuni scienziati auspicano perciò una “nuova rivoluzione industriale”. I settori che dipendono in particolar modo dai materiali hanno da tempo riconosciuto l’importanza di questa scienza per la loro attività ed investono fortemente nella ricerca e nello sviluppo di applicazioni basate sulla nanotecnologia. Centinaia di prodotti di consumo che incorporano nanoparticelle sono già sul mercato, per esempio le lozioni idratanti ad azione profonda, i tessuti repellenti alle macchie e agli odori, i rivestimenti che respingono lo sporco e le vernici di lunga durata per mobili. Il carattere interdisciplinare della nanotecnologia e la vasta gamma di possibili applicazioni rendono difficile orientarsi nella scelta degli investimenti. Le società che si concentrano sullo sviluppo di prodotti nanotecnologici si trovano inoltre ancora in uno stadio iniziale, sono spesso in mano a privati, finanziate con fondi governativi per la ricerca oppure con capitali di rischio.
In questo contesto un’interessante opzione per chi voglia puntare una parte del proprio capitale sul futuro della nanotecnologia è sicuramente Nanostart (DE000A0B9VV6). Nanostart è la principale società in Europa specializzata in partecipazioni nel settore della nanotecnologia. Nanostart investe in imprese che dispongono di interessanti brevetti e prodotti in via di sviluppo. Il gruppo tedesco offre oltre a ciò servizi di consulenza nel campo della nanotecnologia, tra l’altro a dei fondi d’investimento. Attualmente Nanostart ha nove partecipazioni in portafoglio, alcune delle quali sono già quotate in borsa. La più importante partecipazione di Nanostart è quella in MagForce (DE000A0HGQF5). L’impresa biotech ha sviluppato NanoTherm, un sistema per il trattamento del cancro basato su nanoparticelle. La tecnologia è stata approvata in Europa per la cura del glioblastoma, un tumore del cervello. MagForce è la prima impresa al mondo ad avere ottenuto l’approvazione europea per un prodotto medicale basato su nanoparticelle. Proprio la scorsa estate è stato istituito all’ospedale universitario Charité di Berlino il primo centro per il trattamento del glioblastoma con NanoTherm. La tecnologia dovrebbe trovare in futuro applicazione anche contro altri tipi di tumore. Un’altra partecipazione ad alto potenziale che si trova nel portafoglio di Nanostart è BioMers, uno spin-off dell’Università di Singapore. BioMers ha sviluppato grazie alla nanotecnologia un filo di plastica di uno spessore inferiore al millimetro, completamente trasparente, che ha le stesse proprietà dei fili metallici. Il prodotto di punta, denominato SimpliClear, un sistema per gli apparecchi ortodontici, potrebbe rivoluzionare nel lungo termine il mercato odontoiatrico. Nonostante Nanostart permetta una certa diversificazione dei rischi bisogna assolutamente notare che il suo titolo è altamente speculativo e richiede dei nervi ben saldi.
Una soluzione meno rischiosa per chi vuole investire nella nanotecnologia è quella di puntare sulle società che forniscono gli strumenti ed i materiali necessari alla ricerca, allo sviluppo e alla produzione in questo campo. Queste società hanno il vantaggio di approfittare del potenziale della nanotecnologia senza dover investire ingenti somme in lunghi studi per sviluppare dei prodotti. Il loro business si può descrivere con la nota formula “pale, picconi e coperte” per i nuovi cercatori d’oro. FEI Company (US30241L1098), per esempio, fornisce strumenti per la realizzazione e l’analisi di immagini su nanoscala, indispensabili per la ricerca e lo sviluppo in ambito accademico ed industriale. Tra i suoi prodotti ci sono sistemi a fascio ionico, microscopi elettronici a scansione, microscopi elettronici a trasmissione e sistemi a doppio raggio. All’inizio dello scorso mese FEI Company ha pubblicato, per il terzo trimestre di fila, dei risultati record. L’impresa statunitense ha aumentato i ricavi nel secondo trimestre del 2011 del 45% e l’utile del 61%. Il margine lordo è migliorato rispetto al trimestre precedente dal 43,6% al 45,3%. FEI Company ha un solido bilancio. Nelle sue casse si trovavano alla fine dello scorso trimestre più di $400 milioni a fronte di un indebitamento di soli $89 milioni.
Interessante è anche Veeco Instruments (US9224171002), leader dei sistemi MOCVD (Metal-Organic Chemical Vapour Deposition) per la produzione di diodi ad alta luminosità. La compagnia statunitense è inoltre il primo fornitore al mondo di strumenti per la produzione di testine magnetiche a film sottile per dischi rigidi. Nel secondo trimestre Veeco ha aumentato i ricavi del 20% e l’utile del 41,5%. Gli ordini hanno accelerato e raggiunto un livello record. Nonostante ciò il titolo ha sofferto sensibilmente nelle ultime settimane a causa dei timori relativi al rallentamento dell’economia. Veeco presenta ora una moderata valutazione, una buona parte dei fattori negativi potrebbero essere già scontati.
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