La Federal Reserve ha fissato il suo target d’inflazione nel lungo termine al 2%. Ben Bernanke ha spiegato però che la decisione di fissare un target d’inflazione non cambierà il modo con cui la Fed conduce la sua politica monetaria. Bernanke ha ricordato che oltre a garantire la stabilità dei prezzi la Fed ha il compito di promuovere la crescita economica. Bernanke ha indicato che la ripresa è ancora a rischio. Secondo il Presidente della Fed un allentamento quantitativo resterebbe perciò un’opzione.
La Banca Centrale degli USA ha tagliato le sue stime sulla crescita dell’economia statunitense per il 2012 e per il 2013. La Fed prevede ora per quest’anno un aumento del PIL tra il 2,2% e il 2,7% e per il prossimo tra il 2,8% e il 3,2%. In precedenza la Fed aveva previsto per quest’anno un aumento tra il 2,5% e il 2,7% e per il prossimo tra il 3% e il 3,5%. La Fed è diventata allo stesso tempo più ottimista sul mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi quest’anno tra l’8,2% e l’8,5% rispetto alla precedente previsione compresa tra l’8,5% e l’8,7%. Per il 2013 la Fed si attende un tasso di disoccupazione tra il 7,4% e l’8,1% mentre la precedente previsione aveva indicato un tasso di disoccupazione tra il 7,8% e l’8,2%. Per quanto riguarda il PCE core, l’indicatore più seguito dalla Fed per monitorare l’inflazione, le previsioni sono ora per il 2012 di un aumento tra l’1,5% e l’1,8% (previsione precedente tra 1,5%/2,0%) e per il 2013 tra l’1,5% e il 2% (previsione precedente tra 1,4%/1,9%).
La Fed ha inoltre comunicato che 11 dei 17 membri del suo comitato esecutivo (Federal Open Market Committee, abbr. FOMC) credono che un aumento dei tassi d’interesse prima del 2014 non sarebbe appropriato. Tre esponenti del FOMC vogliono alzare il costo del denaro entro quest’anno, altri tre nel 2013, cinque nel 2014, quattro nel 2015 e due nel 2016.
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