La Federal Reserve, come altre banche centrali, ha cambiato approccio, passando dagli strumenti di politica monetaria ordinari a quelli straordinari nel tentativo di stimolare un’indebolita economia statunitense. Questa intenzione è stata resa evidente mercoledì con l’introduzione della cosiddetta “Operation Twist”.
L’Operation Twist vedrà la Fed vendere 400 miliardi di dollari di Treasuries con scadenza a tre anni o meno per acquistare Treasuries con scadenza tra i 6 e i 30 anni. Questa azione è pensata per abbassare i tassi d’interesse di lungo termine allo scopo di stimolare l’economia. In una situazione ordinaria, ci si aspetterebbe che la diminuzione dei tassi di interesse nel lungo termine funzionasse come stimolo per i consumi, attraverso la spinta a rifinanziare i mututi e prestiti ipotecari già in essere, crenado maggiore liquidità per i consumatori, e di conseguenza incoraggiando la formazione di nuove famiglie, con un effetto positivo sulla rivalutazione immobiliare. In una situazione ordinaria l’applicazione di misure straordinarie funzionerebbe presumibilmente.
Tuttavia, non ci troviamo in una situazione normale, quindi la Fed potrebbe sperimentare che l’Operation Twist può avere delle conseguenze inattese.
L’appiattimento della curva dei rendimenti causata dal Twist, e la preventiva dichiarazione di Bernanke che i tassi di interesse sarebbero stati mantenuti bassi fino alla metà del 2013, nuoceranno al settore bancario. La curva dei rendimenti piatta e l’ancoraggio dei tassi di interesse di breve termine ridurranno il costo di mantenimento positivo che le banche possono guadagnare, mettendo in una situazione di svantaggio il settore bancario proprio quando la crisi ha il suo epicentro nelle banche. Inoltre, appiattendo la curva dei rendimenti attraverso misure straordinarie, l’indicatore di crescita principale per gli Stati Uniti, l’Indice The Conference Board Leading Economic, mostrerà un’economia più debole. Questo potrebbe scoraggiare quelle aziende che hanno tradizionalmente guardato a questo indicatore per stabilire il grado di salute dell’economia, e portarle a ridurre o procrastinare piani di investimento e di sviluppo. Questo agirà da ostacolo alla crescita, proprio quello che la Fed sta cercando di evitare.
Questi non sono tempi ordinari, tuttavia c’è il rischio che le banche centrali possano non riuscire a smarcarsi da un modo di pensare ordinario (questo riguarda in particolar modo la Banca Centrale Europea). È un bene vedere che la Fed ci stia provando, e speriamo che l’alterazione straordinaria della curva dei rendimenti di Bernanke si riveli essere una risposta politica positiva, e non solo un modo di pensare alterato.
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