Le grandi banche di Wall Street avrebbero aiutato la Grecia ad occultare i suoi crescenti debiti. Solo in questo modo il paese ellenico sarebbe stato in grado di rispettare per anni i criteri di stabilità dell’Unione Europea. Lo riporta il “New York Times“. Secondo il quotidiano newyorkese Goldman Sachs (US38141G1040) avrebbe prestato alla Grecia già nel 2001 dopo il suo ingresso nella zona euro alcuni miliardi di dollari che non sarebbero stati iscritti nel bilancio come passività ma trattati come una transazione valutaria. Lo scorso novembre, tre mesi prima che la crisi della Grecia divenisse acuta, un team di Goldman Sachs, guidato dal Presidente Gary Cohn, si sarebbe recato ad Atene per proporre al Governo greco uno strumento derivato per posticipare al futuro il peso del debito sociale. La Grecia non avrebbe però accettato la proposta che le avrebbe permesso di continuare ad occultare il suo deficit. Oltre a Goldman anche J.P. Morgan Chase & Co. (US46625H1005) ed altre banche statunitensi sarebbero state attive in Europa con gli stessi strumenti derivati che hanno condotto al collasso del mercato ipotecario degli USA e di conseguenza alla crisi finanziaria a livello globale. Grazie a questi sofisticati strumenti di finanziamento sarebbe stato possibile anche all’Italia di mascherare i propri debiti. Per sviluppare ed applicare il meccanismo Goldman Sachs avrebbe ricevuto commissioni per circa $300 milioni. In cambio di iniezioni di capitale la Grecia avrebbe per esempio rinunciato a delle future entrate come quelle derivanti dalle tasse aeroportuali, dai pedaggi autostradali e dalle lotterie di stato.
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