In Francia approvata la legge di sicurezza globale che assegna maggiori poteri alle forze di polizia

In Francia in questi giorni è stata approvata in via definitiva la legge di “sicurezza globale” che prevede pene e sanzioni per coloro che diffondono immagini delle forze di polizia con l’intento di “danneggiare l’integrità fisica e morale” degli agenti.

Il disegno di legge era già stato approvato da uno dei due rami del Parlamento, e dopo il passaggio al Senato, nella giornata del 15 aprile scorso anche l’Assemblea Nazionale con 75 voti favorevoli e 33 contrari ha approvato la controversa legge sulla sicurezza.

Quando la proposta di legge era stata presentata verso la fine del 2020, tra novembre e dicembre ci sono state manifestazioni di protesta in tutta la Francia, con migliaia di cittadini che sono scesi per le strade delle più grandi città del Paese per esprimere il proprio dissenso. In occasione delle varie manifestazioni si sono verificati anche scontri con le forze di polizia con l’arresto di alcuni partecipanti.

La legge sulla “sicurezza globale” è stata fortemente voluta dal primo ministro Emmanuel Macron, ma il suo principale sostenitore, come apprendiamo da L’indipendente, è il ministro della Difesa Gérald Darmanin, ed è stato lo stesso Darmanin a modificare l’articolo 24 della suddetta legge che nella bozza originale parlava in modo esplicito di immagini e video.

Il testo definitivo approvato dal Parlamento francese invece si presenta ora con una dicitura più vaga e che lascia ampio spazio all’interpretazione. Vi si legge infatti che a commettere reato, incorrendo in multe fino a 45.000 euro e fino a 5 anni di detenzione, è chiunque contribuisca all’identificazione di un agente di polizia “con l’evidente intenzione di nuocere”.

L’introduzione della nuova legge sulla “sicurezza globale” in Francia ha incontrato forti critiche da una parte dell’opinione pubblica in quanto potrebbe porre un serio limite alla libertà di espressione, anche a seguito delle modifiche apportate in seguito alla bozza originale.

Critiche sono giunte anche da parte della sezione francese di Amnesty International, che ha evidenziato come l’introduzione di questa legge possa intimidire e scoraggiare i cittadini che intendano registrare e documentare gli episodi di violenza perpetrata dalle forze dell’ordine.

Da Amnesty International lanciano l’allarme circa la pericolosità della strada imboccata dal governo di Parigi che non può che portare ad una situazione di sorveglianza capillare che stride in modo evidente coi principi di democrazia e libertà dell’Occidente.

Attraverso l’introduzione di questa legge sulla sicurezza vengono di fatto estesi i poteri di cui godono le forze di polizia. Gli agenti vengono infatti protetti da qualsiasi azione tesa a documentare il loro operato nei vari contesti in cui si rende necessario l’intervento delle forze dell’ordine, ma non solo, perché nell’articolo 20 della legge viene garantito alla polizia francese accesso esteso alle telecamere di sorveglianza.

Nell’articolo 22 della legge inoltre viene garantita la possibilità per le forze di polizia di servirsi di strumenti di sorveglianza come droni e body cam. Questa particolare estensione dei poteri delle forze di polizia interviene proprio nel momento in cui in Francia è stata avviata la sperimentazione di un nuovo sistema di sorveglianza intelligente il cui scopo dichiarato è quello di controllare che i cittadini indossino la mascherina.

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