Erano già in zona bianca a partire da lunedì scorso tre Regioni, vale a dire Sardegna, Molise e Friuli Venezia Giulia. A queste dalla giornata di oggi 7 giugno si vanno ad aggiungere altre quattro Regioni che sono l’Abruzzo, la Liguria, il Veneto e l’Umbria portando il totale delle Regioni in zona bianca a sette.

A partire da oggi 7 giugno il coprifuoco slitta alle 24

Non è questa però l’unica novità che contraddistingue l’inizio di questa settimana, in quanto sempre a partire da oggi in tutto il resto del Paese, vale a dire in tutte le Regioni in zona gialla, il coprifuoco viene spostato di un’ora, il che significa che invece che alle ore 23 inizia alle ore 24, sempre fino alle 5 del mattino seguente.

Come sappiamo è previsto che chi intende uscire di casa durante il coprifuoco sia provvisto di regolare autocertificazione necessaria a fornire le motivazioni dello spostamento in caso di stop da parte delle forze dell’ordine. Le ragioni ritenute valide sono i motivi di salute, comprovate esigenze lavorative o assoluta necessità.

In zona bianca fino a 6 persone sedute al tavolo

Tra le novità che scattano a partire dalla giornata di oggi anche quella che riguarda però solo le Regioni in zona bianca dove sarà consentito nei ristoranti sedere allo stesso tavolo fino a 6 persone anche al chiuso. In precedenza il limte era fissato a quattro persone e tale resterà anche nelle prossime settimane per le Regioni in zona gialla.

Quali sono le differenze tra le regole in zona bianca e in zona gialla?

  • Coprifuoco: la prima differenza tra le regole da rispettare in zona bianca e quelle della zona gialla sta nel coprifuoco. Se in zona gialla il coprifuoco è stato ora spostato dalle 23 alle 24, in zona bianca invece non vi è alcun limite alla circolazione in tal senso.
  • Orari locali pubblici: in zona bianca anche i locali quali bar e pub possono fare gli orari di apertura che preferiscono mentre in zona gialla naturalmente sono vincolati al limite del coprifuoco.
  • Limiti per bar e ristoranti: in zona bianca non vi sono limitazioni quanto meno per i posti a sedere all’aperto, al di fuori del metro di distanza al tavolo, mentre in zona gialla anche all’aperto va rispettato il numero massimo di quattro persone sedute allo stesso tavolo. Al chiuso in zona bianca il limite al tavolo è stato spostato a sei persone, mentre in zona gialla resta a quattro.
  • Visite a parenti o amici: in zona bianca è permesso recarsi in visita a casa di parenti e amici fino a 6 persone per volta, esclusi i figli, mentre in zona gialla il limite resta fissato a 4 persone.
  • Riapertura attività: in zona bianca possono finalmente riaprire anche piscine coperte, centri benessere, sale giochi, parchi tematici, centri culturali e sociali. In zona gialla queste riaperture arriveranno solo a partire dal 15 giugno su tutto il territorio nazionale.
  • Matrimoni e cerimonie: in zona bianca è già possibile prendere parte a feste di matrimonio e cerimonie, ma solo se si è in possesso di pass verde (tampone negativo, guarigione dal covid o vaccino anti-covid). In zona gialla il via libera anche per i matrimoni arriverà solo il 15 giugno.

Quali saranno le prossime Regioni ad andare in zona bianca?

Attualmente tutte le Regioni e le Province autonome sono classificate a rischio basso, ed il Paese risulta quindi diviso tra zona gialla e zona bianca. L’indice Rt si attesta su un valore medio nazionale abbondantemente al di sotto di 1, il che indicherebbe un livello di trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno.

Il numero di Regioni in zona bianca adesso ha raggiunto quota 7, ma a partire dal prossimo lunedì, dopo aver avuto un indice di trasmissibilità settimanale inferiore a 50 casi per 100 mila abitanti, anche altre 6 Regioni passeranno alla fascia di rischio più bassa e sono: Puglia, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia a provincia autonoma di Trento.

Dal momento che il passaggio in zona bianca per queste Regioni avverrà a metà giugno, l’unica differenza rispetto alle Regioni in zona gialla sarà la rimozione del coprifuoco, peraltro con un anticipo di appena una settimana rispetto al resto del Paese che dovrà invece attendere il 21 giugno.

L’unica Regione ancora in zona gialla la settimana seguente sarà la Valle d’Aosta, ma all’atto pratico vi saranno ben poche differenze nelle regole da rispettare rispetto alle regioni in zona bianca.

Resta l’incognita della riapertura delle discoteche

Il nodo delle discoteche ancora non è stato sciolto, ma sembra che una soluzione all’annoso problema sia ormai dietro l’angolo. Di proposte ne sono state avanzate diverse in queste ultime settimane, dalla possibilità di aprire sale da ballo, discoteche e locali con musica dal vivo ai soli possessori di pass verde, a quella di aprire le discoteche ‘a metà’ permettendo di consumare cibi e bevande ma non di ballare in pista.

La data per la riapertura delle discoteche, dopo la chiusura a metà agosto 2020, ancora non è stata definita ma sebra che la prossima settimana, probabilmente martedì, partirà una prima interlocuzione con i tecnici ministeriali.

Da parte dei gestori dei locali arriva la richiesta al governo guidato da Mario Draghi di accorciare i tempi il più possibile e di fornire delle risposte certe al più presto,

Un problema quello della riapertura delle discoteche che non interessa solo gli operatori del settore e l’indotto, ma le stesse Regioni che premono per soluzioni in tempi brevi. Lo stesso ministro per le Autonomie Mariastella Gelmini, e il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, dovrebbero nei prossimi giorni ottenere delle risposte dall’esecutivo. Si inizia a parlare della possibilità di una riapertura generale delle discoteche già agli inizi di luglio.

Riaperture a rilento nonostante cure e vaccini

Alcuni media continuano ad attribuire all’attività delle discoteche la ripartenza dei contagi che ha portato alla seconda ondata, ma non vi è alcuna dimostrazione scientifica, né analisi specifiche dei dati che consentono ad oggi di confermare la veridicità di queste affermazioni.

In compenso abbiamo visto come anche dopo eventi giudicati ad altissimo rischio contagio, come il maxi assembramento di 30 mila persone a Milano per la vittoria dello scudetto dell’Inter, non sia stato registrato alcun picco anomalo dei contagi. Oggi ad oltre un mese da quell’evento la curva epidemiologica, tanto in Lombardia quanto a Milano, ha continuato a calare senza che il maxi assembramento abbia inciso minimamente.

Appare anche quanto meno bizzarro che un anno fa, quando non vi erano cure efficaci per il Covid-19, e quando non era stato ancora distribuito alcun vaccino, vi erano libertà di gran lunga maggiori di quelle che abbiamo oggi. Non si parlava di zone gialle e zone bianche ma l’intero territorio nazionale era tornato quasi completamente alla normalità con un numero di nuovi casi e decessi Covid persino inferiore a quello di oggi.

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