Oxfam, vaccini Moderna e Pfizer venduti a prezzi 24 volte superiori al loro costo di produzione

Mentre Pfizer vede aumentare da 26 a 33 miliardi i ricavi che arriveranno nel resto del 2021 dalla vendita delle dosi del proprio vaccino, e al tempo stesso chiede l’esenzione dal pagamento di alcune tasse, Oxfam calcola quanto hanno già speso gli Stati per l’acquisto delle forniture necessarie.

Secondo l’analisi condotta, le sole Pfizer-BioNtech e Moderna potrebbero far pagare 41 miliardi di dollari in più agli Stati rispetto al costo stimato di produzione dei vaccini. E tutto ciò nonostanze le aziende farmaceutiche abbiano già ricevuto più di 8 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici.

Public Citizen ha realizzato delle stime, assieme a degli ingegneri dell’Imperial College, secondo le quali il costo di questi vaccini si aggira attorno agli 1,2 dollari per dose. In alcuni casi, però, le aziende hanno venduto il loro prodotto anche a prezzi 24 volte superiori il loro costo effettivo.

Il nostro Paese, infatti, per l’acquisto delle dosi di questi due vaccini pare che abbia già speso circa 4,1 miliardi di euro in più di denaro dei contribuenti. Soldi che in realtà potrebbero essere utilizzati per rafforzare il sistema sanitario nazionale, allestendo, ad esempio, oltre 40mila nuovi posti di terapia intensiva (che per il momento sono poco più di 8.500, nonostante il continuo bisogno) oppure di assumere 49mila nuovi medici.

Per la Germania, invece, la spesa aggiuntiva stimata è di 5,7 miliardi di euro e per il Regno Unito 1,8 miliardi di sterline, ossia 2,1 miliardi di euro.

Il 90% dei vaccini prodotti da Moderna e Pfizer sono stati venduti a Paesi ricchi, gli unici in grado di poter sostenere le spese per l’acquisto delle dosi. Proprio per questo motivo, infatti, in molte regioni del mondo la copertura vaccinale resta molto bassa, in alcuni casi adirittura inferiore all’1%. Condizione che contribuisce alla diffusione del virus in questi Paesi.

Il costo per portare a termine la vaccinazione globale, secondo quanto stimato da Oxfam, potrebbe essere almeno 5 volte più basso rispetto a quanto i Governi hanno speso fino ad ora se i colossi farmaceutici non godessero dei monopoli sui brevetti vaccinali.

Proprio per questo motivo i Paesi ricchi hanno già dovuto pagare un prezzo 24 volte superiore al costo stimato per la produzione. Una proposta per l’eliminazione dei brevetti è stata avanzata in questi giorni dalla London School of Economics, una storica roccaforte a sostegno del libero mercato.

Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia, e Rossella Miccio, Presidente di Emergency, hanno affermato: “la scarsità mondiale di vaccini è una diretta conseguenza del sostegno dei Paesi ricchi ai monopoli delle aziende farmaceutiche, che ad oggi non hanno fatto nessun reale passo avanti per la condivisione di tecnologie, know-how e brevetti con i tanti produttori che nei Paesi in via di sviluppo potrebbero garantirne l’abbassamento dei prezzi e l’incremento nella produzione mondiale”.

“L’unico primo, timido, ma insufficiente, passo in avanti è stato fatto da Pfizer-BioNTech pochi giorni fa, per consentire la produzione di 100 milioni di dosi in Sud Africa. La prima dose però sarà disponibile solo nel 2022″.

Albiani e Miccio hanno poi aggiunto che questo è quasi sicuramente “il caso di speculazione più grave della storia. Le ingenti risorse che gli Stati sono costretti a pagare arricchendo CEO e azionisti potrebbero essere utilizzate per costrire nuove strutture sanitarie nei Paesi poveri, tagliare le liste di attesa per le prestazioni mediche, garantire servizi essenziali dignitosi”.

Anche Covax, l’organizzazione che ha lo scopo di consentire l’accesso ai vaccini ai Paesi in via di sviluppo, ha pagato un prezzo 5 volte superiore a quello effettivo per una fornitura di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech. Inoltre non è stato affatto semplice ottenere le dosi richieste in tempi brevi poiché i Paesi ricchi, in quanto disposti a pagare appunto cifre più alte, hanno avuto la precedenza nell’acquisto e nella contrattazione con i colossi farmaceutici.

L’aumento dei prezzi dei vaccini, però, non sembra arrestarsi nemmeno adesso, nonostante l’acquisto di un numero estremamente elevato di dosi a livello globale, che secondo delle stime iniziali in realtà avrebbe dovuto portare ad una riduzione del loro costo.

L’Unione europea, infatti, ha pagato ancora di più per l’acquisto degli ultimi ordini di Pfizer-BioNTech. Si tratta quindi di un fenomeno che continuerà a ripetersi se i governi non intervengono immediatamente, soprattutto perché con molte probabilità negli anni a venire saranno necessari dei richiami anche a causa della diffusione delle varianti del coronavirus.

Albert Bourla, amministratore elegato di Pfizer, ha affermato che si potrebbe arrivare anche ad un costo prossimo ai 175 dollari per dose, ossia 148 volte il prezzo stimato di produzione. A questo proposito Oxfam ha sottolineato: “mentre meno dell’1% delle persone nei Paesi a basso-medio reddito è stata vaccinata e le varianti corrono, i CEO di Pfizer-BioNTech e Moderna con i profitti realizzati sono diventati miliardari”.

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