Mentre scriviamo il prezzo del petrolio tocca il livello minimo dal 2021, infatti il Brent ha toccato il 9 settembre il prezzo di 71,06 dollari al barile, con un calo del 18% circa nel giro di una manciata di settimane.
Si tratta di un trend ribassista che è stato evidenziato anche da note testate giornalistiche tra cui Il Corriere della Sera, dove viene spiegato che tra le ragioni di questo significativo calo vi è una domanda globale debole, specie da parte di Cina e India.
A completare il quadro livelli di produzione stabili, mentre i tentativi di bilanciare il mercato fatti dall’Opec+ non hanno avuto successo. Ma per i consumatori finali quali sono gli effetti tangibili e concreti del calo del prezzo del petrolio di queste ultime settimane? In realtà quello che appare evidente è che il prezzo dei carburanti non hanno registrato i cali attesi.
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Il prezzo della benzina e la questione accise
I prezzi della benzina all’atto del rifornimento di carburante da parte degli utenti della strada non hanno registrato i cali sperati, visto il trend al ribasso del prezzo del petrolio.
Mentre le quotazioni del petrolio scendono quindi, in Italia il prezzo di diesel e benzina alla pompa resta sostanzialmente invariato. Ma quali sono i motivi? Come al solito si deve partire dalla questione accise, visto che in Italia il prezzo finale dei carburanti è composto per il 60% circa da accise, cioè quella forma di tassazione indiretta che in Italia si applica non solo sui carburanti ma anche su altri prodotti come tabacco, alcolici, carbone e gas.
Il prezzo di diesel e benzina quindi dipende prima di tutto dalle accise, e queste non variano in base al prezzo del petrolio. Questo significa che anche quando le quotazioni del greggio sono in calo, la quota del prezzo pagato dai consumatori a risentirne è del 40% circa. C’è poi da considerare l’Iva applicata sul carburante, che rende il peso fiscale ancora maggiore determinando un calo ancora più ridotto della spesa per il consumatore.
L’attuale esecutivo eliminerà le accise sui carburanti?
La questione delle accise è stata sollevata da più parti in svariate occasioni, ma soprattutto in campagna elettorale, sia dalla Lega che da Fratelli d’Italia. Entrambi i partiti oggi compongono una solida maggioranza di governo, ma nonostante questo pare che nulla si stia muovendo su questo fronte.
Ricordiamo che il taglio delle accise era parte del programma elettorale di Fratelli d’Italia, presentato durante la campagna per le elezioni politiche del 2022. Al Punto 17 infatti, Energia Pulita, sicura e a costi sostenibili, il partito di Giorgia Meloni si impegnava in particolare per la “sterilizzazione delle entrate dello Stato da energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise”.
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