Crisi di governo, il premier si dimette. Conte: “azione di governo qui si arresta”

E’ entrato in aula tra gli applausi dei parlamentari del Movimento 5 Stelle il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e nel totale silenzio di quelli della Lega. Avevano applaudito però pochi minuti prima, quando a fare il suo ingresso è stato il leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha poi preso posto alla destra dello stesso premier.

A sinistra del premier siedeva invece Luigi Di Maio, che con Salvini non ha scambiato neppure uno sguardo di sfuggita, ad indicare il livello di tensione e di distanza ormai creatasi tra i due. Conte ha preso la parola poco dopo le 15, ed ha subito centrato il punto della questione crisi. Il responsabile di quello che sta accadendo è Matteo Salvini, il Paese in questo momento aveva bisogno di certezze e non di una crisi del tutto inattesa.

Inattesa almeno sulla carta, visto che c’era un contratto di governo che ne avrebbe dovuto garantire la stabilità. Contratto di governo al quale la Lega non ha esitato a venir meno quando Salvini, per perseguire i propri fini individuali, ha messo in secondo piano il bene della collettività senza esitare.

Aveva detto più volte che intendeva rendere il più chiara e trasparente possibile, questa crisi di governo, “la più chiara nella storia della Repubblica” aveva detto giorni fa, e così è stato.

Conte: “la crisi è stata innescata da Salvini”

E’ stata questa l’atmosfera in cui ha preso la parola il premier Giuseppe Conte, che ha iniziato il suo discorso parlando subito delle responsabilità alla base della crisi, o meglio delle irresponsabilità da parte della Lega.

“Ho chiesto di intervenire per riferire sulla crisi di governo innescata dalle dichiarazioni del ministro dell’interno e leader di una delle due forza di maggioranza” ha detto Conte “Siamo al cospetto di una decisione oggettivamente grave, che comporta conseguenze moto rilevanti per la vita economica e sociale del Paese”.

Conte: “non posso permettere crisi a mezzo social”

Non ha mancato di sottolineare, il premier Conte, l’importanza dei passaggi istituzionali previsti da una crisi di governo, e neppure di spostare il dialogo nelle sedi consone, contro la tendenza populista di Salvini a portare avanti una continua campagna elettorale, priva peraltro di contenuti, a mezzo social.

Un passaggio, quello attraverso le forme delle istituzioni che secondo Conte “merita di essere chiarito in un pubblico dibattito che consenta trasparenza e assunzione di responsabilità da parte di tutti i protagonisti della crisi”. 

Conte ha poi affondato il colpo affermando: “Io ho garantito che questa sarebbe stata un’esperienza di governo all’insegna della trasparenza e del cambiamento e non posso permettere che questo passaggio possa consumarsi a mezzo di conciliaboli riservati, comunicazioni rilasciate sui social o per strada”. 

“E’ un’iniziativa nata non dal vezzo di un giurista” spiega il premier “o da un moto di orgoglio, ma dalla convinzione che il confronto in quest’aula sia lo strumento più efficace per il funzionamento della democrazia”.

Conte: “si mette il Paese a rischio di ritrovarsi in esercizio provvisorio”

Non è tanto per essere venuto meno al contratto di governo, e quindi all’impegno preso con i cittadini e con il Movimento 5 Stelle, che il premier Conte accusa Salvini, né per aver anteposto al bene del Paese i suoi interessi individuali e le sue ambizioni personali, bensì per aver fatto queste cose nel momento più sbagliato. Quello più delicato per il Paese.

Con i tempi di questa crisi si mette il Paese a rischio di ritrovarsi in esercizio provvisorio. Questo è altamente probabile” ha spiegato Conte nel suo discorso “i tempi di questa decisione espongno a gravi rischi il nostro Paese”.

Dai banchi della Lega, quando Conte ha ipotizzato lo scenario dell’esercizio provvisorio, si è levata una corale voce di dissenso, come se lo scenario descritto fosse del tutto irrealistico. “Questa crisi interviene in un momento delicato dell’interlocuzione con le istituzioni Ue” ha continuato poi Conte, dopo aver atteso il silenzio in Aula “In questi giorni si stanno per concludere le trattativa per i commissari e io mi sono adoperato per garantire all’Italia un ruolo centrale. E’ evidente che l’Italia corre il rischio di partecipare a questa trattativa in condizioni di oggettiva debolezza”.

Conte: “L’interesse di parte compromette l’interesse d’Italia”

Con queste parole il presidente del consiglio ha descritto il comportamento del vice Salvini. Ha spiegato che il risultato delle elezioni europee, e quello dei vari sondaggi che le hanno precedute e seguite, lo hanno distolto dal suo compito nelle istituzioni e dai suoi doveri verso il popolo italiano.

“La verità è che all’indomani del voto europeo, Salvini ha posto in essere un’operazione di distacco per lasciare il governo” spiega Conte, aggiungendo che tale comportamento ha inevitabilmente “compromesso il lavoro sulla legge di bilancio”.

Una grave mancanza di responsabilità, secondo Conte, che ha detto: “ogni partito è chiamato ad operare una mediazione tra gli interessi di parte e quelli generali, quando ci si concentra solo su interessi di parte non si tradisce solo la nobiltà della politica ma si compromette l’interesse nazionale”.

Dai banchi della Lega si sollevano voci discordanti tutte le volte che il premier attacca Salvini, mentre dai banchi del M5s arrivano applausi. L’opposizione accoglie le parole di Conte senza reazioni plateali, ma in più occasioni si può vedere Matteo Renzi sorridere e commentare alcuni passaggi coprendosi la bocca con la mano.

Conte sul “governo dei no” di Matteo Salvini

Contestazioni dalla Lega arrivano anche quando il premier affronta la questione delle dichiarazioni di Salvini, il quale ha definito quello di cui ha fatto parte fino a pochi giorni addietro “il governo dei no”.”Amici della Lega, avete tentato di accreditare maldestramente l’idea del governo dei no” ha detto Conte “avete macchiato 14 mesi di intensa attività di governo. Avete offeso non solo il mio impegno personale ma anche la costante dedizione dei vostri ministri e sottosegretari”.

Mentre Conte elencava gli obiettivi raggiunti da questo esecutivo, continuavano ad arrivare contestazioni da parte dei parlamentari leghisti, al che Conte si è interrotto ricordando ai Senatori del Carroccio: “E’ anche il vostro lavoro questo”.

Conte a Salvini: “hai chiesto ‘pieni poteri’ e invocato le piazze. Questa tua concezione mi preoccupa”

Uno dei passaggi più accesi del discorso di Conte, quello in cui cita le parole di Salvini. “Caro ministro dell’Interno, promuovendo questa crisi ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese” ha iniziato “ti ho sentito chiedere ‘pieni poteri’ e invocare le piazze a tuo sostegno. Questa tua concezione mi preoccupa. Nel nostro Paese le crisi di governo non si fanno nelle piazze, ma in Parlamento”.

Non ha mancato di ricalcare poi la poca sensibilità istituzionale, dimostrata da Salvini in diverse occasioni, e Conte le cita tutte quante. “Non abbiamo bisogno di persone con pieni poteri ma di persone con cultura istituzionale e senso di responsabilità” ha affermato Conte, e ha citato poi l’episodio della convocazione, da parte del Ministro dell’Interno delle parti sociali, ha criticato il suo atteggiamento propagandistico assunto via social anche su questioni di interesse internazionale, e lo ha accusato di aver mancato totalmente all’appuntamento con le istituzioni in occasione della vicenda russa.

Conte sulla questione dei simboli religiosi di Salvini

Una critica che Conte non aveva mai esternato prima, quella relativa all’utilizzo che il leader leghista è solito fare, dei simboli religiosi, tirati fuori in occasione di comizi ed evocati più volte. “Permettimi un’ultima osservazione, ammetto che non te l’ho mai riferita” ha detto il premier “chi ha responsabilità di governo dovrebbe evitare di accostare durante i comizi, gli slogan politici ai simboli religiosi“.

Sono episodi di incoscienza religiosa che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e oscurare il principio di laicità, tratto fondamentale dello stato moderno” ha spiegato Conte. Un passaggio al quale Salvini ha poi replicato nei 20 minuti concessigli dopo la fine del discorso del premier.

Conte al Movimento 5 Stelle: “dovevate essere in aula quando ho parlato della Russia”

Il premier, dopo aver evidenziato le enormi mancanze della Lega, si è rivolto ai grillini. Ha avuto da eccepire sul comportamento del Movimento 5 Stelle in occasione della vicenda russa infatti, quando si era recato in Parlamento per riferire, e i banchi del M5s si sono svuotati in segno di protesta.

Conte ha giustamente sottolineato che “quando il presidente del Consiglio si presenta in aula per rendere una informativa richiesta dal Parlamento stesso, il rispetto delle istituzioni imporrebbe che si rimanesse in Aula ad ascoltarlo e non c’è ragione che giustifichi l’allontanamento”.

Ha poi esortato i 5 Stelle a non lasciarsi influenzare dai sondaggi, atteggiamento che ha probabilmente condotto ad una maggiore remissività nei confronti delle continue richieste e pretese avanzate dall’alleato leghista. “Occorre evitare di lasciarsi condizionare dai sondaggi” ha detto Conte “bisogna che le valutazioni sul governo siano fatte alla fine“.

Conte annuncia le dimissioni. “Mattarella guiderà il Paese in questo passaggio delicato”

Conte conclude il discorso annunciando che si recherà al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. “Alla fine di questo dibattito” ha annunciato “mi recherò dal Presidente della Repubblica per dimettermi“. In questo modo l’intero dibatto che sarebbe seguito ha assunto da subito un significato diverso, dal momento che non ci sarebbe stato bisogno di alcun voto da parte dei parlamentari.

“Ora il Presidente della Repubblica guiderà il Paese in questo passaggio delicato”ha detto Conte, che ha poi aggiunto: “Colgo l’occasione per ringraziarlo per il sostegno che mi ha dato”. Ha infine concluso il suo discorso affermando: “questa esperienza mi lascia una grande verità. Mi ha arricchito enormemente. Mi ha trasmesso grande fiducia per il futuro del Paese.“.

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