Referendum sul taglio dei parlamentari, qual è il quesito, quando si vota e per cosa

La data in cui si andranno a rinnovare i consigli di sette regioni italiane si avvicina, un election day nel corso del quale si voterà anche per il rinnovo di oltre mille consigli comunali, tra i quali quelli di quindici capoluoghi di provincia e tre capoluoghi di regione. Tra i Comuni al voto troviamo anche Venezia, Reggio Calabria, Trento, Bolzano e Arezzo.

Ma nella due giorni delle votazioni gli elettori saranno chiamati anche ad esprimere il proprio parere sul tanto discusso taglio dei parlamentari. Il referendum confermativo che potrebbe decretare il taglio di 345 scranni e che dovrebbe ridurre, seppur di una percentuale irrisoria, i costi della politica.

Quando si vota per il referendum costituzionale e qual è il quesito posto ai votanti

La data del voto è ormai molto vicina, mancano infatti poco più di 10 giorni all’apertura dei seggi in tutta Italia. Si voterà infatti domenica 20 settembre dalle ore 7.00 alle ore 23.00 e lunedì 21 settembre dalle ore 7.00 alle ore 15.00.

Circa la data per la quale fissare l’election day si è molto dibattuto nei mesi scorsi, soprattutto per via dell’emergenza coronavirus, e dei possibili rischi relativi al contenimento del contagio legati all’apertura dei seggi e ad eventuali assembramenti che potrebbero formarsi nelle immediate vicinanze specie nelle ore di punta.

Persino oggi, che il virus ha perso gran parte della sua carica virale dimostrandosi raramente in grado di sviluppare la malattia, c’è chi ritiene che aprire i seggi possa ancora rappresentare un rischio elevato.

Alla fine si è concordato sulla data del 20 e 21 settembre accorpando in una due-giorni sia le elezioni regionali per Veneto, Marche, Liguria, Toscana, Campania Puglia e Valle d’Aosta, che quelle amministrative in oltre mille Comuni italiani e naturalmente il referendum costituzionale per il taglio di 345 parlamentari fortemente voluto dal governo giallo-verde.

Qual è dunque il quesito che verrò posto ai votanti con il referendum confermativo per il taglio dei parlamentari? Eccolo qua:

“Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari’ approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?”

Il 20 e 21 settembre si vota quindi per un referendum costituzionale o confermativo, come viene disciplinato dall’articolo 138 della Costituzione. In questo caso non è previsto il raggiungimento di alcun quorum, il che vuol dire che affinché sia superato i Sì devono essere più dei No.

Cosa cambia se al referendum vince il Sì?

Come abbiamo evinto dalla lettura del quesito del referendum, se vince il Sì verrà modificato l’assetto del Parlamento che attualmente è disciplinato dagli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione italiana e la riforma costituzionale varata dal governo Lega-5 Stelle andrà in porto.

La legge che è stata approvata dal primo governo Conte produrrà quindi, in caso di vittoria del Sì, la riduzione del numero di parlamentari. In tutto verranno tagliati 345 rappresentanti del popolo, quindi alle elezioni politiche successive il Parlamento sarà composto in tutto da 200 senatori e 400 deputati per un totale di 600 contro gli attuali 945 (630 deputati e 315 senatori).

Gli effetti prodotti da una eventuale vittoria del Sì al referendum costituzionale si ripercuoteranno anche sulla Circoscrizione estero, i cui deputati passeranno in questo caso dagli attuali 12 a 8, mentre i senatori saranno ridotti da 6 a 4 soltanto.

La riduzione del numero totale dei senatori sarà accompagnata per forza di cose da una riduzione del numero minimo di senatori eletti da ogni Regione. In questo caso si passerebbe quindi da un minimo di 7 senatori per regione ad un minimo di 3. Il numero però resterebbe invariato per due Regioni che sono il Molise e la Valle d’Aosta, con rispettivamente 2 senatori ed 1 senatore.

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