Buoni fruttiferi postali rimborso in caso di decesso: cosa fare se la somma è inferiore alle stime

Il caso del rimborso sotto le attese di un buono fruttifero postale intestato ad un parente defunto, è stato portato alla luce della nota trasmissione televisiva DiMartedì che ha acceso un riflettore su un problema molto sentito dagli investitori italiani. In un video di pochi minuti, DiMartedì ha raccontato la storia di una signore che, alla morte di una sua zia, si è recata all’ufficio postale per incassare un Buono Fruttifero Postale intestato al defunto. La sorpresa, amara, è arrivata proprio nel momento della liquidazione della somma dovuta a titolo di rimborso. Il caso raccontato da Di Martedì è solo uno dei tanti di cui, spesso, si sente parlare. L’argomento è sempre lo stesso ossia rimborsi buoni fruttiferi postali intestati al defunto sotto le attese. Meno soldi per gli eredi rispetto a quanto preventivato si può affermare in parole più semplici. 

Il fatto che la liquidazione sia inferiore alle attese potrebbe passare in secondo piano se il rendimento del buono fruttifero postale è basso. Le ultime serie di buoni fruttiferi non hanno brillato per rendimenti e quindi, molto spesso, quando si incappa in una situazione di questo tipo, si può anche correre il rischio di non accorgersi di nulla. Il caso raccontato da DiMartedì, però, non è assimilabile a questa casistica. Poichè i rendimenti del buono in oggetto erano molto alti, la parente del defunto si è accorta eccome che mancasse decisamente più di qualcosa. Il buono oggetto di rimborso, infatti, faceva parte di una vecchia serie con rendimenti più alti rispetto a quelli risicati che spesso Poste Italiane offre oggi. 

Come si è risolto questo caso? In pratica la patente della defunta ha fatto immediatemente ricorso all’Arbitro Finanziario che ha ovviamente dato ragione all’investitore. 

Il caso raccontato da DiMartedì svela l’importanza di non dare mai nulla per scontato quando si tratta di buoni fruttiferi postali. Buona regola è quella di controllare sempre quelle che sono le condizioni stampate sul buono stesso. Quindi il consiglio è quello di fare una sorta di analisi preliminare per poi prentarsi all’ufficio postale con le idee ben chiare. 

Il caso raccontato da DiMartedì si è concluso, come riporta l’avvocato Camilla Cusumano che ha seguito il caso, con la signora che ha percepito un rimborso dei buoni della zia pari a 3.098,44 euro e non a 1.394,44 come Poste Italiane voleva fare. 

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