Seconda ondata di coronavirus in Italia, ecco da quali regioni potrebbe partire con l’arrivo dell’autunno

Della seconda ondata di coronavirus, che la maggior parte dei media mainstream sembra dare ormai per certa, si continua a parlare moltissimo. Su un articolo pubblicato da ilmeteo.it si cerca di fare un’analisi partendo dalle diverse condizioni climatiche, dal modo in cui queste incidono sulla diffusione del contagio ora e di come al loro mutare potrebbero determinare la mappa del contagio della seconda ondata in Italia.

Sul noto sito di previsioni meteorologiche leggiamo anzitutto che la situazione in cui viviamo ora è solo in parte dovuta alle elevate temperature. Alcuni esperti erano certi che il virus sarebbe praticamente scomparso con l’arrivo dell’estate, mentre altri si mostravano molto scettici, ed è a questi ultimi che è stato dato maggiore credito.

Il rapporto tra temperature e diffusione del contagio

Su Ilmeteo.it vengono citati i rapporti scientifici pubblicati da autorevoli riviste, come il Journal of Traslational Medicine che ha spiegato come il clima può effettivamente incidere sulla diffusione del virus.

Un’ipotesi che veniva appoggiata anche dal professor Massimo Ciccozzi, il quale ha spiegato che i droplets, vale a dire le goccioline di saliva che vengono emesse mentre si parla, oppure con un colpo di tosse o uno starnuto, col caldo estivo fanno meno strada e si seccano in tempi molto brevi al sole.

Il professor Ciccozzi a inizio maggio ha anche spiegato: “stiamo osservando che il virus Covid-19 sta perdendo potenza. Sta continuando a mutare. Ma sta facendo mutazioni che a lui non sono più utili”. Il fatto che il virus sia meno letale lo riscontriamo anche guardando il “minor numero dei decessi (dovuti alle infezioni pregresse) e dal numero di persone in terapia intensiva”.

Non solo, ad incidere positivamente sull’andamento del contagio ci sono anche altri fattori. Ad esempio il fatto che in estate la gente passa molto meno tempo in spazi chiusi, e molto più tempo all’aria aperta (cosa che peraltro non era possibile fare durante il periodo di lockdown in Italia) e questo, secondo quanto leggiamo su ilmeteo.it, rende “molto più difficile contrarre il raffreddore o la tosse, due dei principali veicoli di contagio dei malanni invernali”.

Le previsioni catastrofiste puntualmente disattese

Ed ecco come mai il clima caldo inciderebbe positivamente su un blocco della diffusione del Covid-19, ma qualcuno continua a nutrire dei dubbi sulla scomparsa del virus in estate, come il professor Zella, dell’Università del Maryland, secondo il quale “temperatura e latitudine emergono solo come un coadiuvante delle misure di lockdown e distanziamento sociale. Senza le misure sarebbe stata una strage ancora più impressionante“.

Quanto alla previsione di una “strage ancora più impressionante” in caso di mancata applicazione delle misure restrittive, è il caso di ricordare che si prevedevano anche 151 mila malati di Covid nei reparti di terapia intensiva entro l’8 giugno con l’avvio della Fase 2, e alla stessa data il numero complessivo era inferiore a 300.

Si prevedeva che entro metà maggio avremmo pagato un caro prezzo per il ritorno della “movida”, invece i contagi hanno continuato a scendere. L’epidemiologo Lopalco, a capo della task force della Puglia, a fine maggio aveva dichiarato infatti: “gli effetti della Movida li vedremo a giugno”, peccato che non sia stato clamorosamente smentito dai fatti, cosa che però non ha ottenuto il dovuto risalto sui media mainstream.

E non è tutto, perché ci sono stati cittadini definiti “criminali” per essere usciti a bere un drink in compagnia, o “sciagurati” secondo l’Oms per essere scesi in piazza a festeggiare una vittoria sportiva, sulla base di previsioni del tutto errate. I festeggiamenti che si sono svolti a Napoli in occasione della vittoria della Coppa Italia infatti riasalgono a metà giugno, e un paio di settimane dopo in Campania si contano zero nuovi casi e zero decessi.

Su Ilmeteo leggiamo anche che se l’aumento delle temperature fosse in grado di far scomparire il virus, “l’Italia sarebbe COVID-FREE da settimane”. Ieri, 7 luglio 2020, in Italia si sono registrati 138 nuovi casi e 30 decessi su una popolazione di oltre 60 milioni di abitanti. Il totale delle persone attualmente positive al virus è di 14.242 quasi tutte asintomatiche.

Si trovano infatti in isolamento domiciliare 13.232 persone, mentre in ospedale ci sono 940 persone in tutta Italia, altri 70 malati di Covid si trovano invece ricoverati in reparto di terapia intensiva. Forse il virus non è scomparso, ma meno di 140 nuovi casi su una popolazione di oltre 60 milioni di abitanti francamente ci sembra un numero che non fa statistica.

Da dove partirà la seconda ondata di coronavirus?

Difficile dire se il virus tornerà oppure no in autunno con la temuta seconda ondata. Secondo il professor Alberto Zangrillo, primario al San Raffaele di Milano, le probabilità di una seconda ondata sono 50 e 50, insomma non si sa.

Molti invece ritengono che la seconda ondata sia inevitabile, e se davvero dovesse alla fine arrivare, quali potrebbero essere le regioni più colpite? Su Ilmeteo.it troviamo un’analisi fatta grazie ai dati statistici, della situazione climaticha che si concretizza in Italia tra la fine della bella stagione e l’inizio dell’autunno, cioè quel periodo di tempo definito “rottura estiva”.

In Italia ci sono molti microclimi diversi ed è per questa ragione che in alcune zone la stagione si “rompe prima” rispetto ad altre. Il che avviene di solito con piogge e temporali che raggiungono per prime le regioni del nord-ovest.

Sulla base di queste informazioni dove potrebbe colpire la seconda ondata di coronavirus? Le regioni più a rischio si trovano naturalmente nel Nord del Paese, a cominciare dalla Valle d’Aosta e dal Piemonte, per poi proseguire verso le aree montuose della Lombardia.

Sarebbe quindi la volta delle regioni del Nord-Est, per poi colpire per ultima tra le regioni settentrionali la Liguria. Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre si prevede la fine dell’estate anche nelle regioni centrali adriatiche, e poi in quelle tirreniche, quindi Roma, dove non di rado si verificano le cosiddette ‘ottobrate’, vale a dire periodi piuttosto miti in pieno ottobre.

Il Sud verrebbe colpito solo in seguito, visto che qui l’estate tende a durare di più, e per ultime Sicilia e Sardegna, dove la stagione calda può durare anche fino a novembre inoltrato.

Su Ilmeteo si precisa che “si tratta di uno studio che necessita ovviamente di ulteriori conferme, ma in relazione al clima la situazione prospettata è quella di un contagio che potrebbe riprendere a partire dalle zone in cui il fresco autunnale arriva prima rispetto ad altre dove invece l’estate generalmente continua a gonfie vele anche ad autunno inoltrato”.

Oppure la seconda ondata potrebbe non arrivare mai, ma per sapere cosa accadrà non resta che aspettare e sperare.

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