Il colosso giapponese SoftBank Group Corp., guidato dal fondatore Masayoshi Son, ha venduto la sua intera partecipazione in Nvidia per un valore complessivo di 5,83 miliardi di dollari, con l’obiettivo di finanziare nuovi investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale. La decisione, riportata da Bloomberg, arriva in un momento in cui crescono i dubbi sul ritmo e sulla sostenibilità dei maxi investimenti globali nell’AI.
Una mossa strategica per alimentare la corsa all’AI
SoftBank sta progressivamente liquidando partecipazioni storiche per ottenere liquidità da destinare a megaprogetti di intelligenza artificiale, tra cui i data center Stargate sviluppati in collaborazione con OpenAI e Oracle, e nuovi impianti robotici negli Stati Uniti.
La vendita delle azioni Nvidia non è collegata a un giudizio negativo sull’azienda americana, ma rappresenta secondo il CFO Yoshimitsu Goto una scelta “necessaria per finanziare le nostre iniziative future”.
Non è la prima volta che SoftBank esce dal capitale di Nvidia: lo aveva già fatto nel 2019, per poi rientrare nel 2020 con una quota da 3 miliardi di dollari. Una mossa rivelatasi estremamente redditizia, dato che il produttore di chip ha guadagnato oltre 2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione da allora, grazie all’esplosione del mercato AI.
Mercati in flessione ma utili record
Nonostante il successo finanziario dell’operazione, la notizia ha provocato una flessione di oltre il 10% delle azioni SoftBank a Tokyo e un calo temporaneo del 3,9% per Nvidia a Wall Street. Gli investitori restano infatti cauti di fronte all’enorme mole di capitale che le big tech stanno riversando sull’intelligenza artificiale, un settore con ritorni economici ancora incerti.
Eppure, il colosso di Son sta vivendo un momento eccezionale: nell’ultimo trimestre fiscale ha registrato un utile netto di 2,5 trilioni di yen (circa 16,2 miliardi di dollari), superando di gran lunga le stime degli analisti. Il valore della partecipazione in OpenAI, una delle principali scommesse del gruppo, è aumentato di 14,6 miliardi di dollari da quando SoftBank ha investito.
Una rete globale di investimenti AI
SoftBank mira ora a consolidarsi come punto di riferimento globale nell’ecosistema dell’intelligenza artificiale, con una rete di partecipazioni che include OpenAI, ByteDance, Perplexity AI, e la statunitense Ampere Computing, che il gruppo punta ad acquisire per 6,5 miliardi di dollari.
Ha inoltre firmato un accordo per l’acquisto della divisione robotica di ABB Ltd. per 5,4 miliardi di dollari, e ampliato il prestito garantito dalle azioni Arm Holdings fino a 20 miliardi di dollari, di cui 11,5 ancora disponibili.
Parallelamente, Son sta portando avanti il progetto Stargate, una rete di data center su scala mondiale sviluppata con OpenAI e Oracle, e un polo manifatturiero da 1.000 miliardi di dollari in Arizona dedicato alla produzione di hardware per l’intelligenza artificiale.
Un colosso sempre più liquido, ma anche più esposto
L’operazione Nvidia dimostra come SoftBank disponga di un’enorme capacità di liquidità, ma anche come il gruppo stia raddoppiando la sua esposizione al rischio nel settore AI, scommettendo su una crescita sostenuta nel lungo periodo.
Attraverso il suo Vision Fund 2, il gruppo ha già impegnato l’intero investimento da 22,5 miliardi di dollari in OpenAI, eliminando le precedenti condizioni di accesso.
Per gli analisti, la strategia di Son è chiara: trasformare SoftBank nel principale investitore infrastrutturale e tecnologico dell’era dell’intelligenza artificiale, anche a costo di sacrificare posizioni redditizie come quella in Nvidia.
Come ha sottolineato Bloomberg Intelligence, “la vendita delle azioni Nvidia per 5,8 miliardi di dollari evidenzia la solidità della liquidità del gruppo e il suo impegno a lungo termine verso l’intelligenza artificiale”. Tuttavia, resta da capire se l’enorme quantità di capitale mobilitata riuscirà a generare rendimenti concreti in un settore ancora in fase di maturazione.
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