Referendum sul taglio dei Parlamentari, si vota il 29 marzo. Ecco cosa c’è da sapere

Non manca molto per il referendum consultativo sulla riforma costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle. A determinare la riduzione del numero dei parlamentari è il testo della riforma Fraccaro, che però resta appesa all’esito del referendum che si svolgerà il 29 marzo 2020.

La riforma Fraccaro prevede la riduzione dei seggi di Montecitorio e di Palazzo Madama, ma vediamo cosa dicono i primi due articoli del testo, che sono quelli più importanti. Il primo va a modificare l’articolo 56 della Costituzione e porta il numero dei deputati dagli attuali 630 a 400 in tutto, con il numero dei deputati eletti nella Circoscrizione Estero che passa da 12 a 8.

Nel secondo articolo della riforma Fraccaro invece viene modificato l’articolo n.57 della Costituzione, e comporta quindi la riduzione del numero dei senatori elettivi, che passa così da 315 a 200. Il numero dei senatori eletti nella Circoscrizione Estero passa da 6 a 4.

La riforma costituzionale che verrà votata con il referendum del 29 marzo però tocca anche altri aspetti. Il terzo articolo mira a definire un limite al numero dei senatori a vita a palazzo Madama, fissando il tetto a 5.

Vi è poi un quarto ed ultimo articolo, ma questo riguarda solo l’implementazione e l’applicazione della legge e non viene menzionato all’interno del testo del referendum confermativo.

Il quesito ufficiale del referendum

Vediamo ora quale sarà esattamente il testo del quesito che verrà proposto agli elettori con il referendum consultativo del 29 marzo 2020. La prima cosa che notiamo è che non viene specificato il numero dei seggi tagliati, ma si fa solo riferimento alle modifiche che interesseranno gli alrticoli 56, 57 e 59 della Costituzione.

Il testo del quesito recita quindi:

“Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentai’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?”

Al quesito si può rispondere solo Sì, oppure No. Chi vota Sì intende confermare la volontà di ridurre il numero complessivo dei parlamentari così come stabilito dalla riforma Fraccaro. In questo caso ci saranno quindi 345 posti in meno in parlamento, 230 a Montecitorio e 115 a Palazzo Madama. Chi vota No invece esprime la volontà di lasciare invariato il numero dei parlamentari.

È importante ricordare che, trattandosi di un referendum consultativo, perché il voto abbia validità non sarà necessario raggiungere alcun quorum. Vincerà l’opzione che avrà ricevuto più voti, indipendentemente dal dato dell’affluenza.

Quanto si risparmia con il taglio dei parlamentari?

Se al referendum del 29 marzo dovesse vincere il Sì, ci sarà un notevole risparmio per lo Stato, ma vediamo qualche cifra.

Si procederebbe con il taglio di un terzo dei parlamentari, quindi quanto si risparmierebbe? Si stima un risparmio complessivo di 80 milioni di euro l’anno, 52 milioni per la Camera e altri 28 milioni circa per il Senato.

L’Osservatorio per i conti pubblici però tende a ridimensionare queste cifre, per arrivare alle quali non si sarebbe fatto il calcolo al netto delle imposte. Se si prende in considerazione questo aspetto il risparmio per lo Stato sarebbe di circa 57 milioni di euro annui, una cifra pari allo 0,007% della spesa pubblica del Paese.

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