
Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha presentato al governo un nuovo piano destinato a far discutere: la proposta prevede la detenzione prolungata per tutti gli attivisti della Global Sumud Flotilla che dovessero essere arrestati nel tentativo di superare il blocco navale imposto sulla Striscia di Gaza. Ben-Gvir ha dichiarato con fermezza che “chiunque scelga di collaborare con Hamas o sostenere il terrorismo dovrà affrontare una risposta dura e inflessibile da parte di Israele”.
Secondo la proposta, gli attivisti fermati verrebbero trasferiti nelle prigioni israeliane di Ketziot e Damon, sottoposti a regime carcerario ordinario e privati di qualsiasi privilegio speciale, come l’accesso a televisione e radio. Inoltre, tutte le navi della flottiglia verrebbero confiscate e successivamente riutilizzate da Israele.
Negli ultimi dodici mesi, la Freedom Flotilla Coalition – ora confluita nella Global Sumud Flotilla – ha già organizzato tre missioni umanitarie dirette a Gaza. Tuttavia, in tutti i casi, le imbarcazioni sono state intercettate dalla marina israeliana, impedendo l’arrivo degli aiuti umanitari. Anche in passato, prima del 7 ottobre 2023, Israele aveva più volte bloccato le navi degli attivisti, applicando rigidamente il blocco navale imposto dal 2007. L’episodio più drammatico risale al 2010, quando uno scontro a bordo della Mavi Marmara portò l’esercito israeliano ad aprire il fuoco, causando nove morti tra gli attivisti.
Israele sostiene che il blocco sia legittimo e che i tentativi di superarlo costituiscano una violazione della sicurezza nazionale. Per il ministro Ben-Gvir, la Global Sumud Flotilla rappresenta un’azione “illegale” e “pericolosa”. Tuttavia, la comunità internazionale mantiene una posizione molto diversa: già nel 2009 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU aveva sottolineato la necessità di garantire il libero passaggio degli aiuti umanitari verso Gaza, e nel gennaio 2024 ha imposto a Israele di facilitare l’ingresso di aiuti per la popolazione palestinese.
Con 50 imbarcazioni e attivisti provenienti da 44 paesi, la Global Sumud Flotilla rappresenta il più grande tentativo mai organizzato per superare il blocco della Striscia di Gaza. Se la missione riuscirà ad avvicinarsi alle coste, sarà cruciale che riceva massima attenzione mediatica e sostegno internazionale per scongiurare il rischio di un nuovo episodio di tensione armata.
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