In quello che rappresenta un forte segnale simbolico a favore del reshoring industriale statunitense, Samsung ha deciso di produrre i sensori fotografici della futura linea iPhone 18 direttamente negli Stati Uniti, presso il suo stabilimento già operativo ad Austin, Texas. La notizia rafforza in modo concreto le politiche di rilocalizzazione delle catene di fornitura promosse dall’amministrazione Trump.
Produzione di sensori CMOS nello stabilimento di Austin
Secondo quanto riportato da The Elec, Samsung si sta preparando a installare nuove linee produttive per sensori di immagine CMOS all’interno della fabbrica texana. Le prime conferme arrivano da annunci di lavoro pubblici, legati a interventi meccanici ed elettrici necessari per collegare i nuovi macchinari industriali.
Parallelamente, Samsung sta assumendo tecnici e ingegneri specializzati per la gestione delle apparecchiature di pulizia dei wafer di silicio, una fase critica del processo produttivo che serve a rimuovere impurità microscopiche dalla superficie dei chip.
Un investimento da 19 miliardi di dollari
L’espansione non è marginale. All’inizio del mese Samsung ha notificato al consiglio comunale di Austin l’intenzione di investire circa 19 miliardi di dollari nel sito texano. Un investimento che conferma come la struttura non sia più solo un impianto di supporto, ma stia diventando un nodo strategico per la produzione avanzata di semiconduttori negli Stati Uniti.
Sensori avanzati per la gamma iPhone 18
La nuova capacità produttiva sarà destinata in larga parte a Apple, in particolare alla linea iPhone 18, attesa nei prossimi anni. Secondo le indiscrezioni, i modelli iPhone 18 Pro dovrebbero adottare sensori di immagine a tre strati impilati, abbinati a apertura variabile, una soluzione tecnologicamente molto più complessa rispetto agli attuali sensori.
Produrre questi componenti direttamente negli Stati Uniti rappresenta un salto di qualità sia tecnologico che geopolitico, riducendo l’esposizione a rischi commerciali e logistici.
I dazi e la nuova strategia Apple
La mossa si inserisce in un contesto economico ben preciso. Apple ha recentemente dichiarato di aver subito un impatto da 1,1 miliardi di dollari nel terzo trimestre 2025 a causa dei dazi residui sulle importazioni. Per affrontare la guerra commerciale, il colosso di Cupertino ha adottato una strategia su due fronti.
Da un lato ha spostato gran parte della produzione di iPhone dalla Cina all’India. Dall’altro, quando anche l’India è stata colpita da dazi più elevati, Apple ha ottenuto un’esenzione impegnandosi a investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni.
Una filiera del silicio sempre più americana
Il piano di Apple prevede la creazione di una filiera del silicio completa e domestica, coinvolgendo partner strategici come GlobalWafers America, Texas Instruments, Samsung e Amkor. A questo si affiancano accordi con aziende come Corning per l’approvvigionamento interno del vetro per display.
Tra gli altri pilastri dell’investimento figurano un nuovo impianto per server AI a Houston e l’espansione massiccia dei data center in stati come North Carolina, Iowa, Oregon, Arizona e Nevada.
Occupazione, formazione e ricerca
Apple ha inoltre annunciato la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro e ha già inaugurato una Manufacturing Academy a Detroit, pensata per formare manodopera specializzata. In parallelo, il gruppo intende rafforzare le attività di ricerca e sviluppo, con particolare attenzione a ingegneria del silicio, software e intelligenza artificiale.
Nuovi dazi sui semiconduttori cinesi in arrivo
Il contesto geopolitico rende queste mosse ancora più rilevanti. Gli Stati Uniti hanno annunciato che a giugno 2027 aumenteranno i dazi sui semiconduttori importati dalla Cina. Il livello definitivo delle tariffe sarà comunicato circa sei mesi prima, mentre nel frattempo è stato fissato un dazio provvisorio pari a zero, probabilmente utilizzato come leva negoziale nei futuri colloqui tra i due Paesi.
In questo scenario, la decisione di produrre i sensori fotografici di iPhone 18 in Texas appare non solo strategica, ma anticipatoria, rafforzando l’autonomia tecnologica americana e ridisegnando in profondità la filiera globale dell’elettronica di consumo.
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