Dollaro

Aggiornamento del

Il dollaro statunitense è la valuta ufficiale degli Stati Uniti d’America e di altre nazioni al di fuori della giurisdizione statunitense, come Ecuador, El Salvador, Guam, Is.Marshall, Micronesia, Is.Marianne Sett., Palau, Panama, Porto Rico, Samoa Americane, Timor Est, Is.Turks e Caicos, Isole Vergini, Terr. Brit. Oceano Indiano. È anche ampiamente utilizzato come valuta di riserva al di fuori degli Stati Uniti.

Attualmente, oltre il 60% delle riserve di valute estere globali è detenuto in dollari ed oltre due terzi del commercio mondiale è fatturato in dollari. Il dollaro è inoltre usato come unità valutaria standard sui mercati internazionali per la quotazione di beni come l’oro ed il petrolio.

Dollaro origine nome

dollaro usa

Il nome dollaro sembra essere nato nell’odierna Repubblica Ceca, dal termine tallero (dal tedesco thaler), moneta coniata in quella nazione nei primi anni del 1500. Poiché in basso tedesco la “t” si addolciva in “d”, nacque appunto il termine “daler” che divenne poi “dollar”.

Con questo nome s’identificava il dollaro spagnolo, moneta d’argento largamente diffusa nelle colonie americane. Queste banconote, conosciute come greenbacks per il colore verde del retro, diedero inizio alla tradizione statunitense di stampare la valuta in verde. Quando nel 1785 il Congresso USA dovette stabilire il nome della prima vera valuta statunitense, adottò quindi quel nome, anche perché era ormai molto diffuso.

Il simbolo comunemente usato per il dollaro statunitense è $, che sembra derivare appunto dalle monete spagnole, sulle quale era impressa una S sovrapposta a due stanghette, ad indicare le Colonne D’Ercole che la Spagna aveva dovuto superare per scoprire l’America.

Secondo altre ipotesi, invece, questo simbolo inizialmente era composto da una U sovrapposta ad una S, sigla appunto degli United States. A causa di una non perfetta coniazione la base della U si cancellò e così rimase la S con le due linee verticali. Per altri ancora, invece, fu il Presidente Thomas Jefferson ad inventarlo, partendo dalle sue iniziali (TSJ). Il codice del dollaro è USD.

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Storia Dollaro americano

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Il dollaro fu scelto all’unanimità come moneta unica degli Stati Uniti il 6 luglio 1785. Fu la prima volta che una nazione adottava un sistema decimale per la valuta. Fin dal 1929 a stampare le banconote moderne è stata la Federal Reserve mentre dal 1946 sono sparite le banconote con valore superiore ai 100$.

Il dollaro è diviso in 100 cents mentre originariamente era suddiviso in 1000 mills. Successivamente, però, a causa degli elevati prezzi dell’alluminio, la coniazione divenne troppo costosa, portandone la scomparsa. Attualmente, i valori inferiori o pari a un dollaro sono emessi in moneta, mentre quelle uguali o superiori ad un dollaro sono emessi in banconote, anche se la banconota da un dollaro è più comune della moneta.

In particolare le monete in circolazione sono da 1¢ (penny), 5¢ (nickel), 10¢ (dime), 25¢ (quarter), $1, 50 c (rari) mentre i tagli delle banconote sono da $1, $2 (rari), $5, $10 $20, $50, $100. Le moderne banconote statunitensi, indipendentemente dalla denominazione, misurano 6,63 cm. in larghezza, 15,6 cm. in lunghezza e 0,11 mm. in spessore.

Il dollaro fu legalizzato nel 1972 con il Coniage Act, che introdusse il bimetallismo sulla base del rapporto 15 a 1 fra argento e oro. Questo atto, inoltre, stabilì la presenza simultanea di due unità di riferimento: il dollaro d’oro di 24,75 grani e il dollaro d’argento di 371,25 grani.

Successivamente invece venne introdotto il gold standard, regime monetario aureo, ossia un sistema monetario in cui tutte le monete possono essere convertite in quantità fisse di oro. Da ricordare con particolare attenzione la data del 1944, ossia quella degli accordi di Bretton Woods, con i quali si decise la sostituzione del dollaro alla sterlina come valuta di riferimento.

Dal 1961 l’America ha fissato la convertibilità della moneta nazionale con l’oro a 35 dollari l’oncia, impegnandosi a mantenere tale rapporto. Gli altri paesi, invece, hanno assunto la parità fissa con il biglietto verde.

Nel 1971, però, il presidente americano Richard Nixon, per far fronte alla debolezza del dollaro, decise la soppressione della convertibilità del dollaro in oro, facendo crollare uno dei pilastri del sistema di Bretton Woods e dando il via alla libera fluttuazione del mercato valutario. Da allora in poi il dollaro non ha valore intrinseco.

Svalutazione dollaro: quando è avvenuta

Storicamente il dollaro americano ha subìto diverse svalutazioni: quella del 1934, quella del 1973 e quella della metà degli anni ‘80. Inizialmente l’introduzione dell’euro nel 1999 non diede tanto filo da torcere al biglietto verde, ma poi divenne sempre più forte la concorrenza tra queste due valute “forti” (vedi Tabella 1).

In particolare, nel 1999, l’euro era scambiato a 1,18 dollari mentre a fine 2000 valeva 0,85 dollari ed all’inizio del 2001 circa 0,95 dollari.

Le due valute raggiunsero la parità a luglio del 2002 mentre giù un anno dopo il tasso di cambio euro-dollaro tornò sui livelli del 1999. A fine 2004, invece, un euro valeva 1,366 dollari.

Il record storico della moneta di eurolandia è stato raggiunto ad aprile del 2008 a 1,6018 dollari. Puoi analizzare tutte le oscillazioni del cambio Euro Dollaro facendo riferimento al grafico in tempo reale. 

Grafico Cambio Euro dollaro in tempo reale

Sul mercato valutario alcune divise hanno una rilevanza superiore alle altre, come ad esempio il dollaro, l’euro, il franco svizzero, la sterlina ed il dollaro canadese. Gli operatori per analizzare l’andamento del biglietto verde nei confronti di queste principali monete internazionali hanno creato un indice particolare, chiamato Dollar Index. 

Si tratta di un rapporto di cambio tra la divisa americana ed un paniere composto da sei tra le più importanti valute mondiali. Diversi sono i pesi di ogni divisa: l’euro contribuisce nella composizione dell’indice per il 57,6%, lo yen per il 13,6%, la sterlina per l’11,9%, il dollaro canadese per il 9,1%, la corona svedese per il 4,2% ed il franco svizzero per il 3,6%.

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