Petrolio

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Il petrolio, dal greco πέτρα-roccia e έλαιο-olio, è un combustibile fossile non rinnovabile, la cui formazione avviene negli strati superiori della crosta terrestre. Si presenta come un liquido oleoso infiammabile di colore verdastro ed è altrimenti chiamato oro nero. Tale denominazione si deve al suo elevato valore a livello mondiale, poiché si tratta di una materia prima facilmente trasportabile ed in grado di fornire energia per alimentare veicoli (automobili, camion, treni, navi ed aeroplani) e per l’industria chimica.

I più importanti giacimenti di petrolio si trovano a migliaia di metri di profondità, quindi per l’estrazione dell’oro nero, ossia per portarlo in superficie, si installano dei pozzi petroliferi in grado di perforare la roccia ed arrivare al giacimento.
Il petrolio estratto dai pozzi viene anche detto greggio e viene trasportato attraverso lunghe condutture, chiamate oleodotti, e mediante navi cisterna, dette petroliere, fino alla raffineria dove sarà lavorato per diventare benzina diesel, etc. Attualmente i ritrovamenti di petrolio sono rari ed i giacimenti si trovano in regioni con condizioni climatiche particolarmente rigide, oppure in fondo agli oceani.

La storia del petrolio è molto interessante, poiché ha origini molto antiche. I Greci lo utilizzavano già come combustibile ma anche per produrre medicinali e per usi bellici. La vera e propria industria petrolifera nacque però negli Stati Uniti nel 1859, per merito di Edwin Drake, a Titusville, Pennsylvania, che costruì il primo pozzo petrolifero redditizio del mondo.

Negli anni successivi vennero realizzati più di 340 pozzi e nel 1870 nacque la Standard Oil di J. D. Rockefeller, ossia quella che poi diventò la prima grande compagnia petrolifera a livello mondiale: la ESSO. L’uso del greggio crebbe lentamente negli anni, fino al 1970 quando prepotentemente scalzò il combustibile dell’epoca più utilizzato nel mondo, ossia il carbone, sul cui uso si era fondata la rivoluzione industriale. Proprio durante questo periodo si verificarono due importanti crisi energetiche, quella del 73 e quella del 79, che sollevarono preoccupazioni per la natura esauribile di questa risorsa.

I paesi industrializzati, infatti, avevano basato la loro crescita economica esclusivamente sull’uso di questa materia prima, dimenticando la sua natura non rinnovabile. Gli studiosi furono così costretti a ricercare fonti energetiche alternative, come quella solare, geotermica, eolica, idrica e nucleare, anche a causa del negativo impatto che il petrolio causa sull’ambiente.

L’inquinamento da petrolio è molto temuto dagli ecologisti poiché il greggio, come tutti i combustibili di origine fossile, durante la combustione produce sostanze pericolose sia per la salute dell’uomo sia per l’ecosistema. A tutt’oggi però l’oro nero rimane la risorsa energetica più diffusa al mondo, coprendo circa il 90% del fabbisogno di combustibile mondiale. L’importanza di tale risorsa è talmente elevata da essere stata un fattore rilevante nello scatenare conflitti militari, comprese le due Guerre mondiali, la guerra Iran-Iraq degli anni ’80 e la Guerra del Golfo.

I più importanti giacimenti di petrolio si trovano in America settentrionale, centrale è meridionale, Paesi arabi, Sud-est asiatico e Russia (vedi Tab. 1).

Per quanto riguarda l’Italia, invece, i giacimenti risultano troppo piccoli per essere economicamente vantaggiosi. I paesi privi di giacimenti, come il nostro, ricorrono all’importazione di petrolio (Tab. 4) mentre altri pur disponendone preferiscono acquistare il greggio all’estero per conservare le proprie risorse.

È bene fare una distinzione tra riserve e risorse. Per riserve di petrolio si intende la quantità di idrocarburi liquidi che si stima potranno essere estratti in futuro dai giacimenti già scoperti mentre per risorse si indicano i volumi che potranno essere estratti da giacimenti non ancora trovati. I principali consumatori di petrolio sono, invece, le grandi economie mondiali come Stati Uniti, Giappone, Cina ed Europa (Tab. 2)

Report: Investire in petrolio

Tab. 1: I maggiori paesi produttori di petrolio (2014)

Paese Milioni di barili al giorno % del totale
Stati Uniti 11.64 12.90%
Arabia Saudita 11.50 12.70%
Russia 10.84 12.30%
Canada 4.29 5.00%
Cina 4.25 5.00%
Emirati Arabi 3.71 4.00%
Iran 3.61 4.00%
Iraq 3.28 3.80%
Kuwait 3.12 3.60%
Messico 2.78 3.20%
Mondo 88.67 100%
OPEC 36.59 41.00%
Unione Europea 1.41 1.60%
Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2015

Tab. 2: I maggiori paesi consumatori di petrolio (2014)

Paese Milioni di barili al giorno % del totale
Stati Uniti 19.03 19.90%
Cina 11.05 12.40%
Giappone 4.29 4.70%
India 3.85 4.30%
Brasile 3.22 3.40%
Russia 3.20 3.50%
Arabia Saudita 3.19 3.40%
Corea del Sud 2.45 2.60%
Germania 2.37 2.60%
Canada 2.37 2.40%
Mondo 92.08 100.00%
Unione Europea 12.52 14.10%
Italia 1.2 1.30%
Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2015

Tab. 3: I paesi con le maggiori riserve di petrolio (2014)

Paese Miliardi di barili % del totale
Venezuela 298.30 17.50%
Arabia Saudita 267.00 15.70%
Canada 172.90 10.20%
Iran 157.80 9.30%
Iraq 150.00 8.80%
Russia 103.20 6.10%
Kuwait 101.50 6.00%
Emirati Arabi 97.80 5.80%
Stati Uniti 48.50 2.90%
Libia 48.40 2.80%
Mondo 1,700.10 100%
OPEC 1,216.50 71.60%
Unione Europea 5.8 0.30%
Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2015

Tab. 4: Importazioni ed esportazioni di greggio (2014)

Paese Milioni di barili al giorno
Importazioni Esportazioni
Europa 8.97 0.23
Stati Uniti 7.33 0.34
Cina 6.20 0.08
India 3.80 0.01
Giappone 3.38
Singapore 0.92 0.06
Canada 0.60 2.98
Medio Oriente 0.23 17.07
Ex Unione Sovietica 0.02 5.92
Messico 1.13
Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2015

Nella tabella relativa ai paesi produttori di petrolio (Tab. 1) compare una voce molto importante in tema di petrolio, ossia l’OPEC.

L’Organization of the Petroleum Exporting Countries (OPEC) è l’organizzazione dei paesi produttori di petrolio, fondata nel 1960, ed attualmente composta da tredici membri: Algeria, Angola, Ecuador, Indonesia, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Venezuela.

Queste nazioni coprono circa il 41% della produzione petrolifera mondiale e nel loro sottosuolo è racchiuso più del 70% delle riserve di petrolio planetarie (quasi un quinto lo detiene il solo Venezuela).

L’OPEC controlla e limita la produzione del petrolio da parte dei paesi membri, con l’obiettivo di ottenere un mercato petrolifero stabile sulla base dell’equilibrio tra domanda e offerta e quindi del prezzo. Il peso degli Stati Uniti come produttore è fortemente cresciuto durante gli scorsi anni. Nel 2014 la produzione statunitense di greggio ha superato quella dell’Arabia Saudita (Tab. 1). Il sorpasso è stato reso possibile dal boom dello sfruttamento dei giacimenti di scisto.

I mercati finanziari adibiti al trading sul petrolio sono il NYMEX a New York, dove trattano i derivati sul Light Crude ossia il petrolio del West Texas Intermediate (WTI), e l’ICE a Londra dove quota il future sul Brent, ossia sul greggio del Mare del Nord. L’unità di misura del petrolio è il barile (pari a 159 litri o 42 galloni USA), pertanto la quotazione del petrolio è espressa in dollari al barile.

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