
Le carte di credito sono strumenti utili, ma anche potenzialmente pericolosi se non gestiti con attenzione. Capita spesso di accumulare spese pensando di riuscire a controllarle, fino a quando il saldo mensile inizia a crescere in modo preoccupante. Oggi la situazione è aggravata dal fatto che i tassi d’interesse medi superano il 22%, trasformando anche piccoli debiti in costi insostenibili nel lungo periodo. A complicare le cose, circolano ancora molti consigli errati o superati su come gestire il debito da carta di credito: miti apparentemente innocui che, in realtà, possono danneggiare seriamente la salute finanziaria.
Mito n.1 – Mantenere un saldo migliora il punteggio di credito
Uno degli errori più diffusi è credere che lasciare un piccolo saldo ogni mese aiuti a migliorare la propria affidabilità creditizia. In realtà, il punteggio di credito non aumenta pagando interessi, e i modelli di scoring non distinguono tra chi estingue completamente il debito e chi mantiene un saldo residuo. Ciò che conta è il rapporto di utilizzo del credito (credit utilization ratio), cioè quanto credito stai usando rispetto al totale disponibile. Questo valore viene segnalato alle agenzie di credito alla chiusura dell’estratto conto. Puoi quindi mantenere un basso tasso di utilizzo pagando in pieno ogni mese ed evitando così qualsiasi interesse. Pagare interessi inutili non porta alcun vantaggio: al contrario, può farti perdere centinaia di euro l’anno senza alcun beneficio.
Mito n.2 – Pagare solo il minimo è sufficiente per gestire il debito
Molti pensano che rispettare il pagamento minimo mensile sia una buona strategia per tenere sotto controllo il debito. In realtà, è solo un modo per non peggiorare la situazione, ma non per risolverla. Le banche fissano il minimo intorno all’1-3% del saldo, più interessi e commissioni, un sistema che favorisce l’istituto di credito più del cliente. Se ad esempio hai 10.000 euro di debito al 22% e versi solo il 2% al mese, potresti impiegare decenni per estinguere il debito, pagando migliaia di euro di interessi. Inoltre, questa abitudine può creare un’illusione di progresso: si ha l’impressione di stare pagando, ma in realtà la maggior parte del versamento copre solo gli interessi, lasciando il capitale praticamente intatto. La soluzione? Pagare più del minimo e, se possibile, valutare trasferimenti di saldo a tasso agevolato, programmi di consolidamento o consulenze creditizie.
Mito n.3 – Chiudere le vecchie carte migliora il punteggio
Molti consumatori, dopo aver saldato una carta, decidono di chiuderla pensando di migliorare il proprio punteggio o di evitare tentazioni. Ma questa scelta può avere l’effetto opposto. Chiudere una carta:
- Riduce il credito totale disponibile, aumentando così la percentuale di utilizzo del credito e abbassando il punteggio;
- Accorcia la storia creditizia, che pesa circa il 15% del punteggio FICO. Le carte più vecchie, anche se inutilizzate, contribuiscono a dimostrare una lunga e stabile esperienza finanziaria.
In generale, è meglio mantenere aperte le vecchie carte senza canone, usarle sporadicamente per piccole spese e pagarle subito: così manterrai vivo il conto e rafforzerai il tuo profilo creditizio.
Molti dei consigli più diffusi sulle carte di credito sono miti dannosi che, invece di aiutare, peggiorano la situazione economica. Nell’attuale contesto di tassi elevati, credere che mantenere un saldo migliori il punteggio, che basti pagare il minimo o che chiudere carte vecchie sia utile può costarti caro. Capire come funziona davvero il credito è la chiave per ridurre gli interessi, proteggere il punteggio e liberarti dal debito più rapidamente.
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