
Il decreto fiscale 2025 è ufficialmente legge dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 1° agosto 2025. La legge n. 108 del 30 luglio 2025 converte con modificazioni il decreto legge n. 84/2025, originariamente emanato il 17 giugno scorso. Durante il passaggio parlamentare, il testo si è arricchito significativamente, passando da 16 a 21 articoli con l’inserimento di ulteriori disposizioni che ampliano la portata degli interventi fiscali.
Le principali novità introdotte in sede di conversione
Tra le aggiunte più rilevanti spicca l’introduzione del ravvedimento per i soggetti ISA che aderiscono al concordato preventivo biennale per il periodo 2025/2026. Il nuovo articolo 12-ter consente ai contribuenti che hanno applicato gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale di adottare un regime di ravvedimento con imposta sostitutiva per le annualità dal 2019 al 2023. È prevista una riduzione del 30% dell’imposta sostitutiva per i periodi 2020 e 2021, in considerazione dell’impatto della pandemia da Covid-19.
Un’altra novità significativa riguarda l’interpretazione autentica in materia di usufrutto e altri diritti reali di godimento su beni immobili. La norma chiarisce che il reddito derivante dalla concessione di usufrutto costituisce un reddito diverso quando il disponente mantiene un diritto reale sul bene, mentre si qualifica come plusvalenza se il disponente si spoglia integralmente di ogni diritto reale.
Definizione agevolata e accessi fiscali
Il provvedimento introduce disposizioni sull’estinzione dei giudizi tramite definizione agevolata (articolo 12-bis), stabilendo che il perfezionamento della definizione si realizzi con il versamento della prima rata e che l’estinzione del giudizio sia dichiarata d’ufficio dal giudice. Inoltre, viene introdotta una norma che prevede che negli atti di autorizzazione e nei processi verbali degli accessi fiscali debbano essere espressamente indicate e motivate le circostanze che hanno giustificato l’accesso.
Conferme e modifiche dell’impianto originario
Tra le disposizioni confermate dal testo originario, il decreto mantiene gli interventi sulla riportabilità delle perdite fiscali per i soggetti passivi IRES e le modifiche sui limiti dell’obbligo di tracciabilità delle spese per trasferte, riferendoli ai pagamenti effettuati solo nel territorio italiano. Viene inoltre circoscritta l’addizionale IRPEF sui compensi variabili ai soli dirigenti di intermediari finanziari, a partire dall’anno di imposta 2025.
Novità per IMU e Terzo settore
In materia di IMU, il decreto proroga al 15 settembre 2025 il termine per l’approvazione del prospetto delle aliquote da parte dei Comuni, solo per l’anno in corso. Viene inoltre disciplinata la modalità con cui i Comuni determinano i corrispettivi medi delle attività sportive per l’esenzione IMU degli immobili posseduti da enti non commerciali.
Per il Terzo settore, le disposizioni fiscali entreranno in vigore dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2025, a seguito della Comfort Letter della Commissione europea del 7 marzo 2025.
IVA e versamenti: le scadenze modificate
Il decreto modifica il meccanismo dello split payment, escludendo le società quotate nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana a decorrere dal 1° luglio 2025. Viene inoltre estesa l’applicazione del reverse charge agli appalti per il trasporto merci, eliminando i vincoli legati alle caratteristiche contrattuali della prevalenza di manodopera.
Importante la proroga dei versamenti dal 30 giugno al 21 luglio 2025 per i contribuenti soggetti agli ISA e altri soggetti, con possibilità di versamento nei 30 giorni successivi applicando la maggiorazione dello 0,4%. Il decreto stabilisce inoltre che sono considerate tempestive le dichiarazioni presentate entro l’8 novembre 2024, senza rilevanza per il concordato preventivo biennale.
Il provvedimento rappresenta un intervento organico che tocca molteplici aspetti del sistema fiscale italiano, bilanciando esigenze di gettito con misure di semplificazione e agevolazione per contribuenti e imprese.
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