Conte bis, tappa obbligata evitare aumento IVA. Flessibilità di 10-12 miliardi dall’Europa

Nelle prossime settimane il nuovo governo presieduto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrà da affrontare una difficile manovra economica, attraverso la quale dovrà essere impedito l’aumento dell’IVA di cui tanto si è parlato quando è stata innescata la crisi di governo.

La partita che il governo M5s-Pd dovrà giocare con la commissione Ue nei prossimi giorni, sarà finalizzata a sostenere la complessa manovra economica 2020, che di fatto, senza più la Flat Tax della Lega, dovrebbe attestarsi intorno ai 30-35 miliardi di euro. In questa somma sono compresi i 23,1 miliardi necessari per evitare gli aumenti dell’IVA e i 4-5 miliardi che servono per sostenere spese indfferibili e rifinanziamenti obbligati.

Raggiungere gli obbiettivi che questo governo si prefigge non sarà certo facile, ed è per questo che i protagonisti del nuovo esecutivo mirano ad ottenere da Bruxelles l’ok a una nuova tranche di flessibilità di 0,4-0,5 punti di Pil, che si andranno poi a sommare alla quota dello 0,18% di Pil destinata ad interventi contro il dissesto idrogeologico e il Ponte Morandi di Genova. Quota già utilizzata nell’anno corrente e conteggiata anche per il 2020 nell’ultimo Def. In totale si arriva intorno ai 10-12 miliardi di euro, che rappresentano un terzo delle coperture previste nella prossima legge di bilancio.

Manovra economica 2020, ecco cosa prevede

Secondo una prima bozza della manovra, preparata negli incontri tecnici di Pd e M5s, è previsto anzitutto un taglio del cuneo fiscale di almeno 4-5 miliardi di euro, attraverso il quale si dovrebbe riuscire anche ad allargare la platea dei lavoratori che beneficiano del bonus 80 euro, nonché innescare una forte spinta nella green economy ed investimenti per incentivare lo sviluppo del Sud.

Particolare attenzione poi per la formazione e per la scuola. Il Reddito di Cittadinanza resta in vigore, ma saranno anche necessarie delle misure volte a potenziare i meccanismi di inserimento nel mondo del lavoro. Quota 100 verrà probabilmente rivisitata, considerando che dovrebbe esaurirsi nel 2021 per lasciare il posto a strumenti diversi come ad esempio l’Ape social rafforzata.

Si dà quasi per certo che verranno effettuate alcune modifiche anche al Jobs Act, soprattutto per quel che riguarda il versante crisi aziendali. Al Mise al momento ci sono oltre 150 tavoli ai quali si lavora su grandi aziende per oltre 200mila lavoratori.

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore “tra le ipotesi su cui si starebbe ragionando, accanto al potenziamento delle politiche, vi è un irrobustimento dei sussidi, Cigs in testa ma che, a oggi, con l’esaurirsi della mobilità, rappresenta l’unico strumento di sostegno prima della perdita del posto di lavoro”.

L’indispensabile flessibilità da parte dell’Ue

Se il governo italiano potrà contare su una certa flessibilità da parte dell’Ue, le chance di successo nell’ambito della manovra economica non sono poche. Il primo motivo per cui il nuovo governo dovrebbe essere avvantaggiato è quello relativo ai conti che sono stati lasciati sostanzialmente in ordine dal precedente esecutivo.

Attraverso l’aggiustamento di luglio infatti, come lo stesso ministro uscente Tria ha recentemente ricordato, il deficit 2019, dal 2,4% indicato nel Def, è sceso intorno al 2%. A fine anno poi potrebbe scendere ulteriormente per effetto dei risparmi finali di Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, e per le maggiori entrate fiscali a consuntivo, toccando l’1,9%. In più, la spesa per gli interessi sarà più bassa di quanto previsto inizialmente.

Il secondo motivo riguarda secondo Il Sole 24 Ore “l’effetto trascinamento delle misure adottate a luglio, insieme alla quantificazione delle minori spese per il prossimo anno, delle maggiori entrate e delle uscite più contenute per gli interessi sul debito, garantiranno una dote di circa 8 miliardi per il 2020, con una contemporanea riduzione dell’indebitamento, attualmente previsto al 2,1%”.

Queste sono le basi su cui si andrà a strutturare la manovra economica 2020, che troverà ulteriore appoggio da una probabile rimodulazione di Quota 100, che garantirebbe un risparmio aggiuntivo di circa 4 miliardi di euro, insieme a una serie di spending review e riordino dei bonus fiscali.

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