Verso una stretta sul Green Pass, secondo Galli va chiesto anche per mezzi pubblici locali

In Israele nonostante sia stato completamente vaccinato il 90% della popolazione vaccinabile la situazione continua a peggiorare con una impennata dei contagi, dei ricoveri e dei decessi dovuti alla variante Delta.

Anche in Italia si registra un peggioramento della situazione epidemiologica, anche se meno marcato, e come soluzione al problema si è pensato di spingere ancora sulle vaccinazioni cercando di raggiungere i più diffidenti e coprendo anche la fascia dei più giovani, ma in che modo? Un paio di idee sono già arrivate.

Green Pass, Galli: “obbligo anche per i mezzi pubblici locali”

Con la riapertura delle scuole e con il ritorno dalle ferie per tutti i lavoratori che ora si trovano in vacanza, si andrà incontro come ogni anno al sovraffollamento dei mezzi pubblici, che peraltro mostrerà una volta ancora la palese inadeguatezza delle infrastrutture a disposizione dei cittadini.

Sappiamo già che dal 1° settembre il Green pass sarà obbligatorio anche per i mezzi pubblici a lunga percorrenza, ma per i mezzi pubblici locali come funziona? Nessun obbligo di Green pass almeno per il momento nemmeno a partire da settembre, tuttavia il professor Massimo Galli ha già espresso un parere diverso.

“Sono per il green pass obbligatorio anche per i mezzi pubblici locali” ha dichiarato il direttore del malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano ospite di ‘Buongiorno’ su SkyTg24 “l’obbligatorietà dovrebbe essere estesa anche ai mezzi pubblici locali”.

“Come sempre il problema è legato ai controlli” ha spiegato poi Galli “bisognerebbe avere approfondimenti maggiori rispetto alle eccezioni, altrimenti si impedisce a persone che per qualsiasi motivo non possono fare il vaccino di accedere ad un mezzo pubblico”.

Crisanti: “il green pass non è uno strumento di sanità pubblica”

Al momento è previsto che a partire dal 1° settembre sarà necessario essere in possesso del Green pass per salire su tutti i mezzi pubblici a lunga percorrenza quali navi, aerei, treni e bus, con le dovute eccezioni.

Questa nuova forma di apartheid tuttavia continuerà ad essere estesa ad un sempre maggior numero di luoghi pubblici e attività commerciali con lo scopo di spingere i cittadini più scettici ad accettare la somministrazione del farmaco sperimentale.

Ed è proprio a questo fine che il Green pass è stato introdotto, non di certo per rendere gli ambienti più sicuri dal punto di vista sanitario. Lo ha confermato lo stesso Andrea Crisanti durante il programma In Onda dove ha spiegato a chiare lettere a cosa serve il pass verde.

“Il green pass non è uno strumento di sanità pubblica” ha detto Crisanti “sento molti politici che dicono: ‘col green pass creiamo degli ambienti sicuri’ ma questo non è vero perché le persone vaccinate si possono infettare, addirittura le persone vaccinate con una singola dose possono stare male, quindi se diciamo che il green pass aumenta la sicurezza dei ristoranti è una bufala pazzesca”.

Figliuolo: “dal 16 agosto vaccini senza prenotazione a 12-18enni”

Non saranno più gli ultra 50enni la priorità del commissario straordinario all’emergenza il generale Francesco Paolo Figliuolo, bensì i giovanissimi. L’imperativo ora è somministrare la terapia genica sperimentale a quella fascia della popolazione che dal Covid-19 non ha nulla da temere in quanto non manifesta mai, se non in casi estremamente rari, la forma grave della malattia.

Passa quindi in secondo piano l’obiettivo di raggiungere quegli over 50 che ancora non hanno ricevuto nemmeno la prima dose del vaccino, il generale Figliuolo vuole che a ricevere la dose siano ora gli under 18.

Il commissario ha infatti inviato una lettera alle Regioni chiedendo di “predisporre corsie preferenziali per l’ammissione alle somministrazioni dei cittadini” che hanno tra i 12 e i 18 anni a partire dal 16 agosto “anche senza preventiva prenotazione”.

Attualmente per i giovani si ritiene sia più sicura la somministrazione dei vaccini Pfizer e Moderna, mentre inizialmente veniva somministrato anche il prodotto di AstraZeneca, poi rivelatosi troppo rischioso per i più giovani e riservato quindi agli over 60.

La campagna vaccinale ha bisogno di una sonora accelerazione, almeno sembra esserne convinto il generale Figliuolo che si è prefissato l’obiettivo di raggiungere l’80% della popolazione vaccinata entro fine settembre (anche perché dopo iniziano a scadere i 9 mesi per coloro che per primi hanno offerto il braccio alla siringa).

Alle Regioni il generale ha scritto che la campagna vaccinale “si sta sviluppando nei termini pianificati che vedono il progressivo raggiungimento degli obiettivi previsti per l’immunizzazione delle classi prioritarie, dei cittadini maggiormente vulnerabili e fragili”.

Tra gli over 50 però ci sono ancora almeno 4,42 milioni di italiani che non hanno ricevuto neppure la prima dose, e sembra che Figliuolo sia momentaneamente a corto di idee per convincerli, o costringerli a seconda dei casi.

Eppure fino a poco fa sembrava così convinto di voler procedere in quella direzione. “Andare sui 60enni è il nostro imperativo categorico” diceva il generale, salvo poi ripiegare sulla fascia di età dai 12 ai 18 anni.

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