Il Bitcoin è tornato sotto la soglia dei 95.000 dollari, un livello che non veniva toccato da circa sei mesi. Il movimento al ribasso arriva in un contesto di forte prudenza sui mercati globali, con gli investitori che hanno ritirato quasi 900 milioni di dollari dai fondi dedicati alla criptovaluta, alimentando una pressione ribassista già evidente nelle ultime settimane.
Il minimo intraday è stato registrato a 94.147 dollari, cancellando quasi del tutto il progresso accumulato dall’inizio dell’anno. Solo poche settimane fa, a inizio ottobre, il Bitcoin aveva fissato il suo record a 126.251 dollari, sottolineando la rapidità con cui il sentiment può ribaltarsi nel settore crypto.
Dominano le put: gli investitori si coprono contro nuovi ribassi
Nel mercato delle opzioni si assiste a una rotazione evidente verso la protezione. Le put con strike 85.000 e 90.000 dollari sono diventate le più acquistate, superando le precedenti favorite del mercato: le call sopra i 120.000 e 140.000 dollari.
Per mesi gli operatori hanno puntato su scenari fortemente rialzisti, ma l’inasprimento della volatilità ha cambiato completamente il quadro.
Le liquidazioni continuano: oltre 1 trilione bruciato dal crash di ottobre
Dopo il mega-evento di liquidazioni da 19 miliardi del 10 ottobre, che ha cancellato più di 1.000 miliardi di dollari dalla capitalizzazione totale del settore, la pressione non si è ancora esaurita. Le posizioni long vengono colpite quotidianamente, mentre l’open interest sui futures non riesce a recuperare.
L’indice Fear & Greed sta scivolando verso la fascia di extreme fear, segnale che il mercato teme ulteriori discese.
Gli ETF sul Bitcoin registrano forti deflussi
I fondi negoziati in borsa legati al Bitcoin hanno chiuso una delle peggiori giornate dalla loro introduzione, con 870 milioni di dollari in uscita. Un dato che pesa soprattutto perché arriva in un momento in cui la liquidità complessiva del settore si sta riducendo.
Rischio macroeconomico: incertezza sui tassi USA e fuga dagli asset volatili
Il rimbalzo delle borse americane, avvenuto nei giorni successivi al termine dello shutdown governativo, si è rapidamente affievolito. Il ritardo nella pubblicazione dei dati macroeconomici sta portando molti operatori a dubitare della possibilità che la Federal Reserve anticipi un taglio dei tassi.
Questa revisione delle aspettative sta penalizzando in modo particolare gli asset percepiti come più rischiosi—e il Bitcoin, per la sua alta volatilità, è fra i primi a risentirne.
Come ha osservato Max Gokhman di Franklin Templeton:
«La vendita in corso è perfettamente allineata al comportamento degli asset rischiosi, ma nel crypto la volatilità amplifica il movimento».
Liquidità in sofferenza: depth a –30% dai massimi annuali
Un altro elemento critico riguarda la liquidità del mercato spot. I dati di Kaiko mostrano una riduzione di circa il 30% nella market depth rispetto ai massimi del 2025, indicando una minore capacità del mercato di assorbire ordini pesanti senza generare oscillazioni marcate.
Secondo Augustine Fan di SignalPlus, il Bitcoin è tecnicamente vulnerabile:
«Sotto questi livelli non ci sono supporti importanti fino alla fascia dei 90.000 dollari».
Anche il titolo Strategy Inc. sotto pressione
Il calo del prezzo del Bitcoin ha colpito indirettamente anche Strategy Inc., uno dei principali accumulatori di BTC. Il titolo ha perso circa il 4% nella giornata, portando il totale annuo oltre il 30% in negativo. L’enterprise value sta ora scivolando vicino ai 60 miliardi di dollari di riserve in Bitcoin detenute dalla società, un livello che preoccupa molti analisti.
Durante un’intervista alla CNBC, Michael Saylor ha dichiarato che la società sta comprando “una quantità significativa” di Bitcoin e pubblicherà i dettagli lunedì. Su X ha poi invitato gli investitori alla tranquillità con un semplice messaggio: “hodl”.
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