I chatbot basati su intelligenza artificiale stanno entrando sempre di più nella vita quotidiana delle persone, anche quando si tratta di denaro, tasse, investimenti e consulenza legale. Ma una nuova indagine condotta dal gruppo di tutela dei consumatori Which? rivela un problema serio: questi strumenti, se usati per ottenere consigli su temi delicati, possono fornire informazioni imprecise, datate o addirittura potenzialmente illegali, esponendo gli utenti a rischi economici e burocratici.
Consigli sbagliati su tasse, viaggi e contratti
Durante i test, Which? ha posto 40 domande reali a chatbot come ChatGPT, Microsoft Copilot, Google Gemini, Meta AI e Perplexity. Le risposte hanno evidenziato gravi errori:
• ChatGPT e Copilot hanno suggerito di investire oltre i limiti consentiti nei conti ISA, violando le regole fiscali dell’HMRC.
• ChatGPT ha affermato erroneamente che è obbligatorio sottoscrivere un’assicurazione di viaggio per visitare la maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea, cosa che non è vera.
• Meta AI ha fornito informazioni sbagliate su come ottenere rimborsi per voli in ritardo, confondendo le norme europee sui diritti dei passeggeri.
• Google Gemini ha consigliato, in caso di lavori edili non eseguiti correttamente, di trattenere il pagamento al costruttore, una scelta che potrebbe esporre legalmente l’utente a una violazione contrattuale.
Secondo Which?, questi errori dimostrano che i chatbot possono sembrare autorevoli, ma in realtà non garantiscono accuratezza nelle questioni legali, fiscali e finanziarie, dove ogni parola conta.
Il caso delle tasse: informazioni vecchie e rischiose
Diversi utenti hanno raccontato di essersi rivolti all’IA per chiarimenti su tasse e contributi. Kathryn Boyd, imprenditrice irlandese, ha dichiarato che ChatGPT le ha fornito codici fiscali e percentuali sbagliate e non aggiornate, facendole perdere tempo e aumentare il rischio di errori nella dichiarazione.
Il problema? I chatbot spesso utilizzano dati non aggiornati e non citano fonti ufficiali, rendendo impossibile capire se le informazioni siano corrette.
AI e soldi: molti la usano, pochi la verificano
Secondo le stime, nel Regno Unito tra un cittadino su sei e uno su due utilizza l’intelligenza artificiale per cercare consigli finanziari, confrontare carte di credito, trovare offerte o ottimizzare investimenti. Alcuni si ritengono soddisfatti, ma altri non si rendono conto che nessuno garantisce il contenuto ricevuto.
Il Financial Conduct Authority (FCA), l’organo di controllo britannico, ha chiarito:
Le risposte fornite da chatbot non sono considerate consulenza regolamentata, quindi non sono coperte da alcun fondo di tutela né dal Financial Ombudsman Service. In altre parole, se l’utente segue un consiglio sbagliato, non ha protezione né diritto a rimborso.
Alcuni chatbot sbagliano meno, ma nessuno è affidabile al 100%
Nella classifica elaborata da Which? il chatbot più accurato è risultato Perplexity, noto per il suo approccio più simile a un motore di ricerca con citazione diretta delle fonti.
All’opposto, Meta AI ha fornito il maggior numero di risposte errate. Anche ChatGPT è risultato spesso convincente ma non accurato, specialmente su tasse, regole di viaggio e diritti dei consumatori. Copilot e Gemini hanno ottenuto risultati leggermente migliori, ma comunque lontani dall’essere considerati affidabili per consulenze tecniche.
Le aziende rispondono: “Verificate sempre”
Le società tecnologiche coinvolte hanno confermato che l’IA può sbagliare e che gli utenti devono sempre verificare fonti e dati con siti ufficiali o professionisti qualificati.
Microsoft ha dichiarato di incoraggiare gli utenti alla verifica. Google ha ribadito che Gemini ricorda esplicitamente di non usare l’IA come fonte definitiva per decisioni finanziarie o legali. OpenAI ha sottolineato che lavora per migliorare l’accuratezza, definendo GPT-5.1 il suo modello più evoluto finora.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
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