
La finanza globale sta entrando in una nuova fase evolutiva, dove blockchain, tokenizzazione e interoperabilità non sono più concetti futuristici, ma strumenti concreti adottati da giganti come Mastercard e JP Morgan.
Mastercard collabora con Chainlink
Mastercard ha appena annunciato una collaborazione con la blockchain Chainlink, consentendo ai suoi 3 miliardi di utenti di acquistare crypto direttamente on-chain. Questa integrazione consente conversioni fiat-to-crypto senza dover passare da exchange centralizzati, rendendo l’accesso agli asset digitali molto più semplice per chi non ha esperienza nel mondo Web3.
La struttura tecnica del processo coinvolge diversi attori chiave del panorama crypto. Chainlink fornisce il layer di interoperabilità che collega la rete di pagamenti off-chain di Mastercard agli smart contract on-chain. ZeroHash si occupa della conversione regolamentata da valuta fiat a cripto, garantendo conformità normativa. Shift4 Payments elabora le transazioni con carta Mastercard, mentre Swapper Finance, tramite XSwap, fornisce l’interfaccia utente per lo swap, sfruttando la liquidità dei DEX come Uniswap.
I dirigenti di Chainlink e Mastercard hanno sottolineato l’importanza strategica di questo passo. Sergey Nazarov, co-fondatore di Chainlink, ha parlato di una collaborazione multilivello che collega la finanza tradizionale alla DeFi, mentre Raj Dhamodharan, VP Blockchain di Mastercard, ha ribadito come l’infrastruttura globale della compagnia stia diventando un ponte per il commercio on-chain.
Chainlink guida lo sviluppo
Chainlink sta vivendo un momento di grande slancio sia dal punto di vista tecnico che istituzionale. Ha infatti recentemente superato Ethereum per attività su GitHub, posizionandosi come il secondo progetto più attivo in assoluto nello sviluppo, a conferma del suo ruolo di leader nella tokenizzazione di asset reali (RWA).
Questo slancio coincide con il successo nel programma pilota e-HKD di Hong Kong, dove il protocollo di interoperabilità CCIP di Chainlink ha facilitato lo scambio sicuro tra la CBDC di Hong Kong e uno stablecoin in dollari australiani, coinvolgendo giganti finanziari come Visa, ANZ, China AMC e Fidelity. La reazione del mercato non si è fatta attendere, il prezzo di LINK è salito dell’8% da 13,90 a 14,60 dollari, per poi consolidarsi a 13,30 dollari. Gli indicatori tecnici segnalano una configurazione rialzista, con la rottura della media mobile a 50 giorni e l’RSI sopra 50, anche se persiste una resistenza chiave tra 16,04 e 17,43 dollari.
JP Morgan apre la strada alla DeFi con Chainlink e Ondo
JP Morgan poi ha compiuto un passo storico a maggio effettuando la sua prima transazione su una blockchain pubblica, utilizzando il protocollo di Ondo Finance e la tecnologia di interoperabilità di Chainlink (LINK). L’operazione ha coinvolto titoli del Tesoro USA tokenizzati e si è svolta tramite la piattaforma Kinexys, evoluzione della rete JPM Coin, con l’obiettivo di colmare il divario tra la finanza tradizionale e la DeFi.
Grazie al Cross-Chain Interoperability Protocol (CCIP) di Chainlink, la banca ha potuto connettere i propri sistemi legacy direttamente con l’infrastruttura blockchain pubblica, aprendo la strada a una nuova era di transazioni istituzionali trasparenti, sicure e globali. Si tratta della prima volta che un colosso bancario collega i propri sistemi di pagamento centrali a una blockchain pubblica, segnando un momento di svolta nella trasformazione digitale della finanza. In questo contesto, Ondo Finance si è confermata protagonista dell’ecosistema RWA con il suo fondo OUSG basato su debito statunitense tokenizzato.
BTC Bull: il token tra meme coin e Bitcoin
In questo scenario di crescente istituzionalizzazione delle criptovalute, si fa spazio anche una nuova generazione di meme coin con valore reale. BTC Bull Token ($BTCBULL) rappresenta una delle proposte più interessanti in questo segmento.

Sviluppato sulla blockchain Ethereum, unisce il trend virale delle meme coin con utilità concreta. Ogni volta che Bitcoin raggiunge determinati obiettivi di prezzo, come 150.000 o 200.000 dollari, i possessori di $BTCBULL ricevono airdrop di frazioni BTC e al raggiungimento di target intermedi, come i 125.000 dollari, avviene un meccanismo di burning che ne riduce la fornitura circolante, aumentando potenzialmente il valore dei token. Lo staking di $BTCBULL offre un rendimento annuo del 55%, attirando l’attenzione di investitori in cerca di ricompense di lungo termine.
Acquistabile in prevendita solo per altri 3 giorni, al prezzo di 0,00258 dollari, il progetto ha già raccolto oltre 7,4 milioni di dollari. Analisti come SamuBit lo indicano tra i token emergenti più promettenti in questo momento, considerando anche il prossimo lancio su popolari cripto exchange.
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