A Roma un mare di bandiere tricolore, “Non vogliamo il Green Pass”

È da diverse settimane che in molte città italiane si svolgono manifestazioni spontanee contro l’obbligo di Green Pass che il governo guidato dall’ex presidente della Banca Centrale Europea sta continuando ad estendere ad un sempre maggior numero di cittadini.

Tra le numerose manifestazioni contro il Green Pass, quella che si è tenuta a Roma sabato 9 ottobre è stata probabilmente la più imponente, con decine di migliaia di persone in strada unite sotto un un’unico simbolo: il Tricolore.

Il Green Pass sarà obbligatorio, a partire dal 15 ottobre 2021 anche per andare a lavorare. L’obbligo viene esteso infatti a tutti i luoghi di lavoro, con l’intento di ottenere in questo modo una maggiore adesione alla campagna vaccinale anti Covid-19.

Dover esibire il Green Pass sul luogo di lavoro significa, per chi il vaccino non ha voluto farlo (legittimamente visto che non è obbligatorio per legge) dover fare un tampone ogni due giorni circa. Questo non rappresenta un disagio solo per i cittadini che si troveranno senza stipendio, ma anche per le imprese che si troveranno a corto di lavoratori.

A Roma un mare di banidere tricolore ma per la stampa solo fascisti e violenti

Sabato a Roma decine di migliaia di liberi cittadini, in maniera autonoma e senza la regia di alcun partito politico alle proprie spalle, si sono organizzati per scendere in piazza a manifestare democraticamente il proprio dissenso. Decine di migliaia di cittadini che non sono rappresentati da nessuna forza politica in Parlamento, e che pertanto non hanno altro modo per far sentire la propria voce.

È questo ciò che è accaduto a Roma due giorni fa, mesi e mesi di proteste contro questa gestione dell’emergenza Covid-19, con manifestazioni in tutte le più grandi città d’Italia alle quali ha preso parte un numero sempre più elevato di cittadini, culminano nell’evento di sabato in piazza del Popolo contro l’obbligo del Green Pass.

La notizia, la vera notizia, è che c’erano decine di migliaia di liberi cittadini di tutte le età, donne, vecchi e bambini compresi, a manifestare contro il Green Pass. Non c’erano bandiere di partiti politici, anche perché nessuna delle forze politiche presenti in Parlamento ha dato voce a questo dissenso, e nessuna forza politica ha rivendicato il patrocinio di questa manifestazione.

Il fallimento della politica, che ha rinunciato a rappresentare il popolo, è la notizia. La politica che ha rinunciato ad incanalare il dissenso in un percorso democratico istituzionale e si limita a reprimere i moti di protesta creando ad arte le etichette più adatte a screditare le ragioni, condivisibili o meno, alla base di queste manifestazioni.

E al fallimento della politica si affianca il fallimento del giornalismo che rinuncia a raccontare quello che accade, e diventa invece organo di propaganda. All’opinione pubblica infatti non racconterà le ragioni di una protesta condivisa da migliaia e migliaia di cittadini scesi in piazza pacificamente, ma proporrà una realtà diversa, quella in cui a menifestare erano estremisti di destra, persone violente e delinquenti.

Roma e Varsavia, per la stampa italiana due pesi e due misure

Nel fine settimana appena trascorso i cittadini sono scesi in piazza non solo a Roma ma anche a Varsavia, seppur per ragioni completamente diverse, e diversa, completamente, è stata infatti anche la narrazione della stampa nostrana.

È di pochi giorni fa la notizia della sentenza della Corte Costituzionale polacca che ha stabilito che il diritto europeo non prevale sul diritto nazionale nel momento in cui risulta in contrasto coi principi dettati dalla Carta. Uno strappo senza precedenti tra la Polonia e l’Ue, tanto che si è arrivati a parlare di Polexit.

E ieri a Varsavia migliaia di cittadini sono scesi in piazza per manifestare contro un possibile divorzio con l’Unione Europea. Il partito di Jaroslaw Kaczynski in realtà afferma di non volere la Polexit, ma il principale partito dell’opposizione, Piattaforma Civica, ha organizzato questo evento per esprimere il proprio dissenso dando voce a quella parte del popolo che non condivide la linea del governo.

Ne hanno parlato anche i giornali italiani, con Il Corriere della Sera che ha titolato: “A Varsavia un mare di bandiere blu, ‘vogliamo restare nella Ue'”, TgCom24 scrive: “Polonia, 100mila persone in piazza a Varsavia per manifestazione pro-Ue”, Ansa: “Polonia: centinaia di migliaia in piazza per l’Unione Europea”.

Non ci sono stati episodi di violenza, e se ci sono stati non ne giunge notizia perché se 100 mila persone scendono in piazza pacificamente la vera notizia rimane sempre quella, anche se si verifica qualche episodio isolato di violenza.

In Piazza del Popolo a Roma c’erano decine di migliaia di persone, che tra l’altro non si trovavano lì in seguito all’iniziativa del principale partito di opposizione come accaduto invece in Polonia. I 100 mila manifestanti italiani però sono passati in secondo piano, così pure le loro ragioni, perché la stampa nostrana ha deciso di proporre una narrazione artatamente elaborata.

Ecco i titoli proposti all’opinione pubblica dai principali giornali italiani circa la manifestazione del 9 ottobre a Roma.

  • La Nazione: “Guerriglia a Roma al corteo No Green Pass. Tra gli arrestati anche i leader di Forza Nuova”
  • Il Fatto Quotidiano: “I ‘No green pass’ tornano a Roma e manifestano in Piazza del Popolo: ‘non siamo più disposti a fare passi indietro’, poi il vaffa a Draghi”
  • Open Online: “i giornalisti minacciati con una pala alla manifestazione dei No Green Pass di Roma”
  • Repubblica Roma: “manifestazione Green Pass, bombe carta tra i negozi di Roma: tursti si riparano in chiesa. ‘Panico, correvano tutti'”.
  • Ansa: “Roma, ore di tensione e scontri con polizia alla manifestazione No Green Pass”
  • Corriere Roma: “manifestazione Roma no green pass, la procura apre due fascicoli distinti”
  • Rai News: No Green pass, violenze in centro a Roma. Neofascisti attaccano la sede della Cgil”
  • Adnkronos: “No green pass Roma, Forza Nuova: ‘rivolta non si ferma, si alza il livello dello scontro'”.

Ed è tra questi titoli che leggiamo del fallimento del giornalismo italiano, che invece di raccontare la protesta pacifica di 100 mila persone preferisce parlarci degli esponenti di un partito con percentuali dello zero virgola che hanno colto l’occasione per scontrarsi con le forze dell’ordine.

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